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Fini si arrende cambio tutto sulla scorta

Lucia Esposito
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"Chiedo pubblicamente al ministro Cancellieri di intervenire subito, nelle modalità che riterrà più opportune, per consentirmi di non godere più di un'privilegio legale". In una lettera aperta alla Repubblica il presidente della Camera Gianfranco Fini lancia un appello al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri per evitare che la scorta si trasformi per lui in una "corte" che lo "omaggia". Dando un taglio alle polemiche scatenate dal "fango dell'inchiostro", Fini chiede anche "ai tanti esponenti politici scortati di far sentire la loro voce e di agire". "Può apparire una piccola questione", insiste il presidente della Camera, "ma a ben vedere non lo è, perchè dietro all'estetica della scorta c'è la credibilità della nostra democrazia e la sua capacità di migliorarsi". Fini punta poi il dito contro "il silenzio distratto del mondo politico istituzionale, con le sole eccezioni del presidente Schifani e dell'onorevole Casini" sulla vicenda sollevata da Libero. E spiega: "Intendiamoci bene. Non chiedo nessuna solidarietà. Non ne ho alcun bisogno perchè è certo e incontestabile che nella organizzazione del servizio di scorta alla mia persona non ho avuto alcun ruolo dipendendo tutto esclusivamente dagli uffici del Viminale. E' una verità, una regola, che vale per il presidente della Camera come per i tanti esponenti istituzionali e politici per cui si ritiene necessario predisporre, e non è certo l'interessato a farlo, misure più o meno rigide di scorta e di sicurezza"

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