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La Fornero non piange più: "Ora fiducia"La promessa: "Meno tasse sul lavoro"

Giulio Bucchi
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Dopo le lacrime, è "giunto il momento in cui occorre ritrovare la fiducia". Il ministro del Welfare Elsa Fornero sfoggia un inconsueto ottimismo pochi minuti prima di intervenire al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Intervistata da Radio Anch'io, il ministro aveva invitato tutti a cercare "non un facile ottimismo destinato a infrangersi, ma la capacità di progettazione del futuro". Nel consiglio dei ministri in programma a Palazzo Chigi venerdì si parlerà di crescita e sviluppo. Futuro, dunque, e futuro deve far rima con giovani, anche se su questo punto il ministro frena gli entusiasmi: il 'piano per i giovani' che il governo presenterà prossimamente "non conterrà nulla di eclatante" ma misure "mirate, territoriali, microeconomiche". Le risorse, insomma, non saranno eccessive e per questo "dovranno essere spese bene". Meno tasse sul lavoro - A Rimini sono risuonate le stesse note. Insieme alla Fornero c'era il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, che ha aperto la porta a un Monti bis ("Non vdo in giro molti altri statisti...". Con queste premesse, le intese con la titolare del Welfare sembrano più facili. Anche perché la stessa Fornero gli ha teso la mano: per aumentare la produttività, ha sottolineato, bisogna mettersi "tutti insieme intorno a un tavolo. Non sono affezionata ai nomi, non so se questo si chiama concertazione o dialogo, lo lascio decidere ad altri". La grande sfida si chiama meno tasse sul lavoro: "A parità di gettito andrebbero abbassate", ha spiegato il ministro. "Questa dovrebbe essere la prima aspirazione di un ministro del Lavoro. Me ne assumo la responsabilità e sarà la mia argomentazione in consiglio dei Ministri che confronterò con quella dei colleghi e del presidente". E davanti alla platea di Cl è scesa nei dettagli: "Non possiamo semplicemente abbattere il cuneo fiscale per tutti i lavoratori: si può pensare a una sperimentazione. Le imprese che valorizzano il capitale umano potrebbero avere una sorta di riconoscimento, una riduzione della contribuzione per quelle imprese che fanno formazione, che non fanno discriminazioni come, ad esempio, tra uomini e donne".  Decontribuzione e sgravi per le imprese virtuose, sì, anche se “occorre cautela perché abbiamo scongiurato la crisi finanziaria ma il debito rimane ancora molto elevato". Una riforma per i giovani - Giovani e futuro, si diceva. A Rimini la Fornero torna sul tema partendo dal passato recente: la riforma delle pensioni. "Abbiamo realizzato la più imponente operazione di ribilanciamento tra generazioni che sia stata fatta negli ultimi decenni”, esulta Elsa sottolineando come la legge abbia tolto "un fardello dalle spalle delle giovani generazioni. Non crea ricchezza immediata - ha aggiunto il ministro - ma restituisce ai giovani la prospettiva che gli è stata sottratta in tutti questi anni”. D'altronde, ha chiosato con orgoglio la Fornero, "non l'ho detto io ma lo ha detto Massimo D'Alema: tutti sono capaci a fare una riforma che entra in vigore nel 2030. Noi, invece, avevamo bisogno di farla subito e ci siamo riusciti”.         Continuando a tenere in considerazione il peso del  debito pubblico, Fornero ha tuttavia osservato che “si può pensare a  fare alcune sperimentazioni” per ridurre l'impatto fiscale sul costo   del lavoro. Le decontribuzioni potrebbero essere applicate, ha   ipotizzato ancora il ministro, a quelle “imprese che fanno il   cosiddetto bilancio del capitale umano, che valorizzano la formazione,  che si preoccupano dei lavoratori e non fanno discriminazioni” di   genere o di nazionalità.        

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