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Che noia la sobria estate di Monti. Triste pure Belen, Pato e la Berluschina

Le prime vacanze coi Prof senza squilli dal gossip. Porti vuoti, Rai in agonia, zero topless e niente veline. E la Rodriguez ha passato Ferragosto a Milano...

Giulio Bucchi
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  di Selvaggia Lucarelli   Il termometro è Belen. Della serie: dimmi che estate passa, e ti dirò come è messo il Paese. Ecco: l'estate di Belen è stata più o meno quella di Mario Monti. Pochi giorni di vacanza, qualche passeggiata mano nella mano col fidanzato e parecchi giorni d'agosto in città, a Milano, con tanto di dichiarazione shock: «Mi piace la città d'agosto, mi affascina, c'è silenzio, si esce la sera, c'è vita». Belen che sta a casa, a Ferragosto, con le tapparelle anziché le spalline abbassate e che s'asciuga l'ultimo tatuaggio con l'aria del Pinguino De Longhi, è un pessimo segnale. È qualcosa che va oltre l'austerity. È il settimo sigillo. È l'apocalisse.  Ovviamente, la sobrietà estiva della Rodriguez non è l'unico segnale chiaro dell'imminente Armageddon. Come nel Nuovo Testamento, ci sono altri sei sigilli che raccontano bene la catastrofe irreversibile a cui il Paese sta andando incontro. Eccoli:  primo sigillo. La morte del calciatore cafone. Fateci caso. A parte Balotelli che è fuori gara perché partecipa alle competizioni internazionali «truzzi balneari» assieme a Borat e Paris Hilton, quest'estate i calciatori nostrani erano tutti sobri e ammogliati, in località tristi come le scenografie dei programmi di Rai sport. Pippo Inzaghi ha festeggiato il suo compleanno al mare spegnendo le candeline con la prima gnocca a sei stabilimenti di distanza, Bobo Vieri s'è limitato a due slinguazzate fugaci in un paio di locali a Formentera ma quest'anno neanche l'ombra di quelle rassicuranti risse mentre gioca a burraco o quelle eleganti pinne con la moto d'acqua e la velina avvinghiata dietro, che ci suggeriscono che va tutto bene, che il Paese ce la farà. Niente. L'estate di Bobo Vieri è stata quella di un frate trappista e voi capite che nella speciale classifica «segnali premonitori dell'imminente fine del mondo» l'austerità di Vieri viene prima della pioggia di meteore e della Santanchè con un trucco acqua e sapone. Secondo sigillo. I moli vuoti. L'imbarcazione più grande avvistata da Porto Cervo a Filicudi nell'estate del 2012 è un galeone Playmobil presso la filiale Toys Center di Cagliari Nord, tra l'altro sottoposto a un fermo da parte della finanza perché il Corsaro Nero aveva due stecche di sigarette da contrabbando in coperta. A Porto Cervo, le solite orde di turisti che scendono dall'entroterra sardo per scattare la classica foto col panfilo sullo sfondo, vagano smarrite tra i moli come i fantasmi dei marinai dell'Olandese volante. Lo stesso pontile di Villa Certosa è caduto in disgrazia. Se l'anno scorso Pato e Barbara ci sperimentavano sopra tutte le posizioni del kamasutra, del rock acrobatico, dello Shaolin e del calcio a 5, mentre attendevano la barca per continuare a sperimentare le ultime sette posizioni politiche di Capezzone in alto mare, quest'estate, su quel pontile,  le onde si infrangevano solitarie. Poche notizie anche del gommone coatto di Cavalli, quello che aveva zebrato pure il manicotto rotante del motore,  e sembra addirittura che il maxi scivolo gonfiabile più volte avvistato davanti alla barca di Dolce e Gabbana, sia stato venduto al Lunapark dell'Idroscalo milanese. Terzo sigillo. La moria dei concorsi di bellezza. Dimezzati anche i classici concorsi regionali che fanno parte del folclore italico. Quest'anno pochi «Miss Centro commerciale le Vele 2», pochi «Miss maglietta bagnata, labbro umidiccio e culo bello asciutto», spariti perfino  i naif «Miss Cicciona domani e dopodomani pure» o «Miss mamma single over 35 con marito in galera over 45». È sopravvissuto solo Mister Gay in cui, per la cronaca, quest'anno si assegnava anche la fascia «Mister gay convinto», come se il mondo fosse popolato di gente indecisa se dare una botta a Irina Shayk o a Cristiano Malgioglio. In compenso, i vip, pur di portare a casa la pagnotta a fine mese, hanno accettato di presenziare a qualsiasi evento dall'Engadina a Favignana, dall'apertura della concessionaria di trattori e cingolati a Termoli al centro abbronzatura a spruzzo di Cerignola. Ho visto personalmente la locandina del programma per i festeggiamenti in onore di Sant'Egidio in Monsampolo, su cui erano stampati i nomi di Valerio Scanu e Katia Ricciarelli ospiti della Sagra della polenta. Che poi va bene la crisi, ma la polenta di 25 agosto non la mangiano manco in Lapponia. Quarto sigillo. L'agonia della televisione. Non che l'estate sia mai stato un momento felice per i palinsesti tv, ma la riesumazione di Paolo Limiti che tutti credevano avesse sposato a Las Vegas in seconde nozze Floradora e le repliche di Ciao Darwin, sono il segnale inequivocabile che la fine è vicina. Che non ci sono più soldi manco per le repliche di «Borotalco» o «Fracchia la belva umana». La notte di San Lorenzo, la disperazione era tale, che alla prima stella cadente avvistata in cielo, credo di aver espresso come unico desiderio il ritorno di Beato tra le donne e le Spintarelle in prima serata. Quinto sigillo: non so se è l'aria low profile, il clima generale di rigore, la crisi che ha colpito pure i paparazzi, ma quest'estate non è scappata neppure mezza tetta fuori da un costume. Neanche l'ombra di un capezzolo della Blasi, niente di niente. E l'indizio ancora più preoccupante di questa situazione, è che l'unico costume da bagno degno di nota dell'estate 2012 è quello indossato da Rutelli mentre passeggia sulla battigia con la moglie. O meglio: il costume sembra un Pampers Baby Dry, ma il resto pare straripante. Diciamo che se Monti tassasse il contenuto dello slip di Rutelli, l'ex leader dell'Ulivo sarebbe il primo contribuente italiano. E l'Italia uscirebbe finalmente dalla crisi. Sesto e ultimo sigillo: l'apoteosi delle offerte telefoniche. Se in un'estate normale le compagnie telefoniche si calano le braghe pur di convincere i vacanzieri ad abbonarsi o a comprare ricaricabili varie, nell'estate 2012 l'offerta media era questa: se acquisti sette euro di ricarica, noi te ne regaliamo altri 95, più sedici euro e settecento azioni Banca Intesa ogni volta che ricevi una telefonata oltre a un bonus di 25 euro se sei intercettato e la nostra compagnia telefonica viene citata da Repubblica.  In pratica, quest'anno non potevamo permetterci tre giorni a Focene, ma avevamo 1800 sms gratis a disposizione per scriverci: «Te che fai a Ferragosto?». «Io il barbecue sul terrazzo, a casa a Rozzano, tu?». «Io niente, ho dato a papà i soldi per pagare l'Imu ma se l'è giocati al videopoker quindi sto a casa».  Morale: non avevamo i soldi per andare in vacanza ma ben 200 megabytes per lamentarcene. Mica male.    

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