Cerca
Logo
Cerca
+

Avvenire smonta Martini:"Cure non sono accanimento"

Il giornale della Cei: nutrire e idratare un malato è un gesto di carità e solidarietà

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

Chissà se Corrado Augias e Vito Mancuso, che su Repubblica denunciano l'«operazione anestesia» della Chiesa sul cardinal Martini (specie sul «modo in cui Martini ha chiesto di morire», dice Augias), saranno sobbalzati ieri, al titolo di Avvenire che recitava "Accudimento non “accanimento”. Il direttore del giornale della Cei, Tarquinio – senza nominare Martini – negava che l'applicazione del sondino gastrico in caso di grave malattia incurabile sia "accanimento terapeutico" e negava che si tratti di cure "sproporzionate rispetto ai risultati attesi". Aggiungeva: "So bene che qualcuno considera 'accanimento' dare da mangiare e da bere con un sondino a chi ne ha bisogno (e può ricevere utilmente cibo e acqua), ma non può provvedere da solo», ma «io sono tra coloro che giudicano questo gesto di cura e di amore del nutrire e idratare semplicemente l'esercizio di un assoluto dovere di umanità e di solidarietà". Era la risposta a un lettore con moglie malata di Alzheimer, quindi non un commento sul caso del cardinale, ma quelle parole ora potrebbero essere lette in riferimento alla sua vicenda che ha fatto tanto clamore. Infatti il medico che curava Martini, dopo la morte ha subito spiegato che egli, affetto da Parkinson, da questa estate «non è più stato in grado di deglutire nulla» e «non ha voluto alcun altro ausilio: né la Peg, il tubicino per l'alimentazione artificiale… né il sondino naso-gastrico. È rimasto lucido fino alle ultime ore e ha rifiutato tutto ciò che ritiene accanimento terapeutico». Dunque è accanimento o accudimento? Leggi l'articolo integrale di Antonio Socci su Libero in edicola oggi 12 settembre

Dai blog