Pensioni, Matteo Renzi si vendica dei giudici: vuole un fedelissimo alla Consulta
Fra Matteo Renzi e la Corte costituzionale è guerra aperta. Dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco dell'indicizzazione delle pensioni applicato dal governo Monti, il Premier va cercando un modo per tenere sotto controllo la Corte. E, secondo quanto scritto sul Corriere della sera da Francesco Verderami, pare lo abbia trovato. Il Parlamento dovrà infatti eleggere due dei 15 membri della Consulta, e Renzi punta alla nomina di almeno un fedelissimo: “Almeno mi avviserà per tempo quando penseranno di scrivere un'altra sentenza da venti miliardi”. Una vendetta politica – Il Premier si è convinto che la sentenza sarebbe stata di natura politica, emessa proprio nel momento più delicato per lui. “Nel giorno più caldo, tra l'approvazione dell'Italicum e lo sciopero della scuola”, il Governo si trova a dover rimborsare a 5 milioni di pensionati circa 16 miliardi di euro. Ma non sa come fare. E un uomo di marketing come lui sa bene che è una pessima pubblicità. Soprattutto con le regionali alle porte, i sondaggi che danno il Pd in calo e le scissioni interne. Sarà per questo che da giorni continua a scherzare, o forse no, con Padoan: “Ma non possiamo tagliare i fondi alla Corte per recuperare i soldi da dare ai pensionati?” La sentenza della Consulta – La bomba era scoppiata il 30 aprile 2015 con il verdetto della Corte costituzionale, che aveva bocciato la riforma Monti-Fornero sulla indicizzazione delle pensioni superiori a 1490 euro per il biennio 2012-2013. In pratica è stato congelato l'adeguamento di queste somme al costo della vita. La Consulta aveva motivato la sentenza elencando i criteri di incostituzionalità: la legge oltre ad essere lesiva degli articoli 2 e 3 della Costituzione, presenta una sproporzione del trattamento di quiescenza. Nonostante le motivazioni Renzi è rimasto convinto della maliziosità del provvedimento, tenuto misteriosamente riservato per quasi due mesi. L'elezione della Corte – I giudici della Corte costituzionale sono 15, di cui cinque nominati dalla magistratura, cinque dalla Presidenza della repubblica e cinque dal Parlamento riunito in seduta comune. Il loro compito è controllare che le leggi rispettino la Costituzione, che non ci siano conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato e legiferare sulle accuse contro il Capo dello Stato. È da giugno 2014 che le Camere devono eleggere uno dei cinque membri di loro competenza, a cui se ne è aggiunto un secondo che dovrà sostituire Sergio Mattarella.