Il professor Veronesi scrive
il suo testamento biologico
«Iosottoscritto Umberto Veronesi, nato a Milano il 28 novembre 1925, nel pienodelle mie facoltà mentali e in totale libertà di scelta, dispongo quanto segue:in caso di malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidantechiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico o di sostegno(nutrizione e idratazione). Nomino mio rappresentante fiduciario mio figlioPaolo Veronesi. Queste mie volontà dovranno essere assolutamente rispettate daimedici che si prenderanno cura di me. Una copia di queste mie volontà sarannodepositate presso lo studio del notaio …, Milano». Il professor Umberto Veronesi, sul settimanale 'Ok Salute', pubblica dunque il suo testamento biologico. «Ho scrittodi mio pugno il mio testamento biologico un anno fa per tre motivi», ha spiegato il professore: «Le mie noteconvinzioni sulla libertà di disporre della propria vita, l'amore profondo peri miei familiari, che non voglio siano mai straziati dal dubbio sul che fare dellamia esistenza, e la fiducia e il rispetto per i medici che si prenderanno curadi me. So infatti, per esperienza personale, che per un medico oggi èfondamentale conoscere le decisioni del paziente, per poter curare in base allaconcezione moderna della medicina, non più paternalistica ma condivisa, e perpoter applicare il codice deontologico, che indica molto chiaramente come lavolontà del malato vada sempre rispettata. Il medico oggi è un custode non solodella salute, ma anche dei diritti del malato; un depositario, quindi, prima ditutto, di alti doveri morali. Per questo sono convinto che, anche se verràapprovata questa legge che calpesta e nega la volontà della persona, i mediciitaliani non la applicheranno e resteranno invece fedeli al rapporto con illoro malato, la cosiddetta alleanza terapeutica. Faccio un appello a tutti icittadini che, come me, rifiutano la vita artificiale, perché scrivano il lorotestamento biologico, essendo fiduciosi nella protezione dei loro diritti daparte dei medici e della Costituzione italiana, che stabilisce per legge lalibertà e il diritto di rifiutare le cure».