Un italiano su due non va in vacanzaLe ferie, unico taglio di Monti

A causa della crisi il 46% rinuncia alla partenza. E chi parte sceglie vacanza breve
di Lucia Espositosabato 23 giugno 2012
Un italiano su due non va in vacanzaLe ferie, unico taglio di Monti
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  Il governo tramite il sottosegretario all'Economica GIanfranco Polillo  aveva dato la sua ricetta: per uscire dalla crisi bisogna fare meno ferie. In realtà un italiano su due non va in vacanza semplicemente perché i soldi non li ha. Solo 27,8 milioni chiuderanno le loro case per passare un periodo di vacanza, cioè il 46,1% della popolazione. Soprattutto colpa della crisi. L'indagine è stata realizzata da Amadeus Italia, leader nella distribuzione e nella fornitura di tecnologie per l'industria del turismo, in collaborazione con Federalberghi. "I dati emersi dall'osservatorio, rispecchiano in modo puntuale la delicata situazione economica che gli italiani stanno affrontando - commentano Bernabò Bocca, presidente Federalberghi e Fabio Maria Lazzerini, amministratore delegato e Direttore Generale Amadeus Italia- e che inevitabilmente si riflette sulle abitudini vacanziere".  Ferie brevi Insomma, la difficoltà di tirare a fine mese e la necessità di tirare la cinghia, si ripercuotono sulle vacanze, spingendo molte famiglie a rinunciare alle ferie e, anche i più fortunati che si possono permettere di partire o, facendo tanti sacrifici, riescono ad andare in vacanza, lo fa per un periodo più breve. Il 19% degi intervistati ha afferma che ne farà a meno e l'8% che ne farà qualcuna in più. Ma in quest'ultima fascia rientrano i giovani tra i 18 e i 24 anni, più liberi di adattarsi a siuazioni non proprio comode e non particolarmente costose e che nella ricerca rappresentano un sostanzioso 24% del campione.  Per quanto riguarda le fasce d'età, infatti, i vacanzieri maggiorenni sono il 42,8%. Ma le punte si registrano soprattutto fra i giovani (nella fascia 18-24 anni il 64%, dai 25-44 anni il 50%), residenti al Nord Ovest (il 55%) e nel Centro Italia (43%), in grandi centri abitati (47%) e fra gli aventi un elevato livello di scolarizzazione (58%).