Sicurezza, Fini scrive a Maroni
"No ai presidi-spia"
Ancora polemiche intorno al ddl sicurezza. Dopo le ronde e i centri per igli immigrati clandestini, ora nel mirino delle critiche ci è finita pure la scuola. Negare l'iscrizione alle scuole dell'obbligo deiminori stranieri privi di permesso di soggiorno, secondo il presidente della CameraGianfranco Fini, sarebbe infatti una cosa negativa. In una lettera alministro dell'Interno Roberto Maroni, Fini osserva infatti che dallanorma, ribattezzata dall'opposizione norma sui 'presidi-spia',sorgerebbero "problemi di costituzionalità". L'articolo incriminato è quello che vorrebbe il permesso di soggiorno come indispensabile 'lascia-passare' per ciascun extra-comunitario per avere diritto a qualsiasi tipo di prestazionepubblica, compresa l'iscrizione a scuola. Qualora l'immigrato non presenti il certificato, scatterà l'obbligo di denuncia perchè laclandestinità, con questo ddl, diventa reato. E, secondo il codicepenale vigente, se non si denuncia un reato lo si commette a propriavolta. "Ti faccio presente - scrive Fini a Maroni - che la disposizione, se daun lato consente agli stranieri, anche se privi del permesso disoggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie pone a questi ultimidei limiti in ordine all"accesso a pubblici servizì, anche nel caso incui i medesimi servizi rivestano carattere essenziale. La disposizione,infatti, subordinando la fruizione di pubblici servizi allapresentazione di 'documenti inerenti al soggiorno' presso gli ufficidella nostra amministrazione , impedisce che di questi servizi possanogodere gli stranieri privi dei predetti documenti". Da questo sorge unproblema di compatibilità con altre norme. "Un solo esempio delleconseguenze - spiega Fini - che ne deriverebbero: ai minori stranieriverrebbe negata l'iscrizione alla scuola dell'obbligo ed il conseguentediritto all'istruzione che è attualmente tutelato, indipendentementedalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelleforme e nei modi previsti per i cittadini italiani". Ed è a questo punto che Fini esprime la sua contrarietà, unita aiproblemi di costituzionalità: "In Europa non c'è alcuna normativa chediscrimina l'esercizio del diritto allo studio da parte dei minoristranieri".