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Il "concorsone" della scuola:uno spreco da 150 milioni di euro

Tra un mese il bando. Sarà aperto a chi è già nelle graduatorie e quindi già in lista per una cattedra. Ma allora a cosa serve?

Matteo Legnani
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I numeri, in epoca di vacche magre, sono da choc. All'imminente concorso per la scuola (manca meno di un mese al bando di concorso) per 11.892 cattedre negli istituti statali, il primo dopo 13 anni, potrebbero partecipare tra i 180mila e i 300mila candidati. Per una spesa che è stimata dai 150 milioni di euro in su (a seconda di quanti saranno effettivamente i partecipanti). Trattasi di persone che sono già nelle graduatorie per accedere a una cattedra. Da cui la legittima domanda sulla effettiva utilità del concorso, alla quale il ministro dell'Educazione Francesco Profumo ha risposto dicendo che "i vincitori potranno accelerare l'ingresso nel mondo della scuola". Il concorso avverà in ben tre fasi, visto l'enorme numero di candidati: una prova di selezione (presumibilmente da svolgersi a fine ottobre) scremerà il grosso tramite una valutazione della loro capacità logica, di comprensione verbale, le loro competenze linguistiche e informatiche; sarà seguita da una prova di competenze di settore; e da una lezione simulata, nella quale saranno valutate le capacità dello stare insieme in classe del candidato, delle attitudini della persona a rapportarsi con i giovani". Il ministro Profumo replica così alle polemiche sui numeri "monstre" del concorso: "E' previsto da una legge. Per 13 anni non se ne sono fatti. E i posti a disposizione sono il risultato del turn over degli anni precedenti. Una quota è di recupero e viene dalle sole graduatorie. La legge prevede invece il doppio canale: graduatorie e concorso. Abbiamo risposto a quello che dice la legge. Se non va bene la legge forse il governo avrebbe dovuto cambiarla".

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