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Il prefetto gli nega la patente:"Non è moralmente degno"

A Genova viene rifiutato il permesso di guidare a un uomo che ha già scontato la sua condanna e si è ricostruito mattone per mattone un'esistenza

Andrea Tempestini
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"Ora, poi uno dovrà anche chiedersi come mai vien chiesto proprio a lui - ...proprio a me, intendo...  -  il pezzo su questa storia del «moralmente indegno». Ma tant'è, la faccenda è davvero interessante, val la pena di ragionarci. Vicenda la cui eco giunge da Genova, raccontata dal Secolo XIX.  E dunque, succede che a questo Matteo G. -  41 anni, ora rappresentante di commercio ma con un passato travagliato - succede che gli venga tolta la patente per tre anni. Motivo: «È moralmente indegno», così stabilisce il signor prefetto, sulla base di una disposizione contenuta nel codice della strada - per la verità sconosciuta ai più, tanto che a quanto è dato sapere risulta quasi inapplicata: si tratta dell'articolo 120, quello sui «requisiti morali per ottenere il rilascio della patente di guida», che nega tal possibilità ai mafiosi in divieto o obbligo di soggiorno e anche ai condannati per reati di droga", spiega Andrea Scaglia su Libero in edicola oggi. E Matteo fu proprio condannato per una brutta storia di spacio di cocaina. Matteo ha poi scontato la sua condanna e si è rifatto una vita. Ma il prefetto di Genova applica la "sharia del volante" e gli vieta la patente, poiché "non moralmente degno". Leggi l'approfondimento su Libero in edicola oggi, giovedì 20 settembre

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