Brunetta sui salari da fame:
Premiare chi lavora di più
"E' così da dieci anni". Comincia così la risposta del ministro Renato Brunetta alla classifica Osce che ha visto l'Italia in fondo alla lista dei paesi europei per i salari. La 23esima posizione, su 30, assegnata all'Italia spiega Brunetta "è legata al fatto che in questo Paese la produttività non è cresciutaabbastanza e il reddito prodotto è andato più a vantaggio dei profittiche dei salari, ma non solo: molto dipende anche dal boom del lavoro atipico e flessibile che perdefinizione ha una minore remunerazione. Negli ultimi dieci anni glioccupati sono cresciuti di 2,5 milioni di unità. La produttività non èaumentata e la stessa ricchezza è stata divisa per un numero maggioredi persone. Dunque è un problema strutturale". LA soluzione per questa situazione per il ministro è chiara: "Pagare meglio chi lavora di più. E dunque incentivare il merito. Èquello che sto cercando di fare nella pubblica amministrazionedestinando il 50% delle risorse al 25% dei dipendenti meritevoli". Ci sono grossi ostacoli però alla realizzazione delle idee di Brunetta come lui stesso spiega: "È la contrattazione collettiva che blocca qualunque sistema per premiare il merito e la maggiore produttività".