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Calevo libero: intercettazioni, silenzi, blitz, i rapitori in una trappola perfetta

Giulio Bucchi
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  di Cristiana Lodi Si sono traditi da soli, ancora prima di portarsi via  l'ostaggio. I sequestratori di Andrea Calevo il primo passo sbagliato lo hanno fatto la sera stessa del rapimento (il 16 dicembre), finendo subito dentro l'occhio di una telecamera di sorveglianza piazzata lungo la strada. Su un furgone bianco seguono  Andrea, 31 anni, che tornava con la sua l'Audi nella villa in cima alle alture di Lerici. Il mezzo sospetto risulta intestato Pierluigi Destri, 70 anni,  piccolo impresario con un passato di droga e rapine che, una volta uscito dai guai, si era messo a fare il muratore servendosi di manovalanza albanese. Il pregiudicato era stato anche cliente della Calevo: azienda edile fondata 120 anni fa dal nonno del sequestrato. Il furgone è stato il primo indizio a portare polizia e carabinieri sulla strada dei banditi banditi. Quattro arrestati finora: Davide Bandoni, 23 anni, nipote della “mente” del sequestro Pierluigi Destri, Fabijan Vila, muratore, albanese, 20 anni e  Simon Halilai di 23, arrestato ieri. Ma ad avere partecipato attivamente al rapimento sarebbero in sette,  e si arriverebbe addirittura a venti tra fiancheggiatori e balordi dell'ultima ora.    Leggi l'articolo integrale di Cristiana Lodi su Libero in edicola oggi, mercoledì 2 gennaio    

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