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Brescia, stop alle cure Stamina. Vannoni: "Omicidi di Stato"

Nicoletta Orlandi Posti
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Stop al metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia. I medici hanno comunicato l'intenzione di interrompere la collaborazione per la somministrazione del trattamento con il metodo di Davide Vannoni. Una sospensione "fino a data da destinarsi" ritenuta "doverosa", in attesa del parere ufficiale del nuovo comitato scientifico nominato dal ministero della Salute. A dare l'annuncio è il commissario straordinario dell'ospedale, Ezio Belleri, in audizione alla commissione Igiene e sanità del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla vicenda Stamina. Belleri inoltre tiene a precisare che i trattamenti risultano a questo punto interrotti anche per l'assenza, "per motivi personali e probabilmente per tutto il mese prossimo", della biologa di Stamina che opera nei laboratori della struttura. Vannoni non ci sta - Attualmente nell'ospedale di Brescia sono 36 i pazienti in trattamento col metodo Stamina e 147 in lista d'attesa. Dura la presa di posizione contro lo stop di Davide Vannoni, fondatore di Stamina Foundation, che accusa: "Sono omicidi di Stato", riferendosi ai pazienti in attesa di terapia e aggiunge che i malati in cura "hanno tutto il diritto di proseguire le terapie: lo hanno stabilito 180 sentenze della magistratura", insiste. E aggiunge: "Credo che lo stop deciso agli Spedali Civili non conti niente, i malati andranno lì con i Carabinieri per far rispettare la legge". Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente di Stamina Foundation, Marino Andolina, che si sfoga su Facebook: "Di nuovo gli Spedali Civili cercano di fermare tutto, questa volta con la scusa di aspettare l'opinione del nuovo comitato di esperti del ministero. Cosa c'entra la sperimentazione prevista dalla legge 57/13 con le sentenze dei giudici per una terapia compassionevole ai sensi del DM 5/12/2006?". E annuncia: "Domani a Milano avremo l'occasione per attivarci anche contro questo nuovo tentativo di uccidere i nostri bambini". A processo - Diciannove persone, tra cui ovviamente Vannoni e Andolina, secondo il Corriere della Sera, riceveranno a giorni "avvisi di chiusura indagine" della Procura di Torino dove il procuratore Raffaele Guariniello sta stilando i capi di imputazione. Oggi inoltre Vannoni starà in Tribunale per rispondere di tentata truffa della Regione Piemonte per la richiesta di un finanziamento di 500 mila euro. Pro e contro - Contro il metodo è intervenuta anche la scienziata-senatrice Elena Cattaneo, promotrice dell'indagine conoscitiva, che nel corso dell'audizione parla di Stamina come del "più ciclopico deragliamento che la storia della medicina abbia vissuto". Secondo la ricercatrice nella vicenda ci sono stati "comportamenti che hanno creato falle spaventose". E rivolgendosi a Belleri chiede: "Com'è stato possibile che a un ente privato che non è nemmeno una onlus", fondato da "un professore di lettere", sia stato "dato in utilizzo parte di un laboratorio pubblico per consentire la manipolazione segreta di materiale biologico da inoculare ai pazienti?".  Sullo stop ai trattamenti interviene anche Giampaolo Carrer, il papà della piccola Celeste in cura a Brescia col metodo Stamina: "E' una vergogna - attacca - rifiutare l'unica speranza di cura a mia figlia e a chi come lei sta combattendo contro una malattia per cui non esistono altre speranze. Non è possibile che in Italia si possa andare contro le leggi e le sentenze dei giudici". "A mia figlia spettava un'infusione a febbraio, poi rimandata. Il giudice - racconta ha stabilito che l'infusione dovrà avvenire entro il mese di aprile. E ora che ci siamo quasi, i medici dicono di voler bloccare la somministrazione del trattamento. Come è possibile che lo stesso ospedale che ha accertato i miglioramenti su mia figlia, a seguito delle infusioni con il metodo Stamina, ora si rifiuta di continuare il trattamento? E' una cosa inaudita".

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