Silvio Berlusconi, attacchi ai giudici: non rischia i domiciliari (per ora)
Hanno messo il bavaglio a Silvio Berlusconi, ma il Cav non si esime dallo sferrare delle stoccate alla magistratura. Ieri, sabato 19 aprile, ha ribadito che la quella nei suoi confornti nel processo Mediaset è stata "una sentenza mostruosa". Frasi che lo mettono a rischio, poiché le toghe del Tribunale di Sorveglianza di Milano gli hanno concesso l'affidamento ai servizi sociali a patto che non parli male di loro. Le risposte - Dunque, ora, dopo le recenti esternazioni, il dubbio è legittimo: Berlusconi rischia il carcere, o quantomeno i domiciliari? Ora come ora, la risposta è negativa. Infatti, l'ex premier "ha il diritto di dichiararsi comunque innocente o vittima di un errore giudiziario". Ne segue che se parla di "sentenza ingiusta o mostruosa", non rischia che i giudici facciano scattare le manette. Questo è quanto si evince leggendo le pagine firmate dal presidente del Tribunale di Sorveglianza, Pasquale Nobile de Santis, e dalla relatrice Beatrice Crosti. La fronda - Eppure non è tutto così semplice, infatti in questi giorni, dalle aule del Tribunale di Milano, sono filtrate voci che indicano una profonda spaccatura, un malumore di alcune toghe per l'affidamento di Berlusconi, una misura giudicata troppo leggera per chi non tiene conto della "irredimibile personalità del condannato". Ci sono dei magistrati che vogliono l'ex premier al gabbio e criticano duramente la linea dei loro colleghi. Questi, spiega Liana Milella su Repubblica, ritengono che il Cav debba rispettare le istituzioni in tutto e per tutto, ossia non dovrebbe dire nemmeno una parola (negativa) sulla sentenza. Secondo loro il comportamento di Berlusconi non sarebbe compatibile con l'affidamento ai servizi sociali. Una parola in più, dunque, potrebbe far scattare la trappola tesa al Cavaliere.