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Non si ferma all'alt, ragazzo di 17 anni ucciso dai carabinieri

Lucia Esposito
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Tre ragazzi in sella a uno scooter non si fermano all'alt dei carabinieri. Durante la fuga, un ragazzo di 17 anni, Davide Bifolco, è stato ucciso da un carabiniere che, secondo la ricostruzione degli stessi militari, ha sparato in maniera accidentale un colpo con la pistola di ordinanza. È successo la scorsa notte nel quartiere Traiano di Napoli. Durante un servizio per il controllo del territorio i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli hanno notato tre persone in sella ad uno scooter che stavano percorrendo, sempre secondo la ricostruzione dei militari, con fare sospetto il viale Traiano. I carabinieri riferiscono che i tre non si sono fermati all'alt. Da qui è nato un inseguimento che si è concluso su via Cinthia, quando il conducente dello scooter in corsa ha centrato un'aiuola perdendo il controllo del mezzo, urtando la Gazzella e cadendo a terra. Subito dopo la caduta uno dei sospetti, inseguito da un carabiniere, è riuscito a fuggire a piedi facendo perdere le tracce. Mentre l'altro militare stava procedendo a bloccare e a mettere in sicurezza gli altri due, ha accidentalmente esploso un colpo con la pistola d'ordinanza che ha raggiunto Davide. Il giovane è stato soccorso e portato all'ospedale San Paolo, dove è arrivato già morto. L'Autorità Giudiziaria, subito intervenuta sul posto, sta ascoltando alcuni testimoni per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Dopo l'accaduto, centinaia di persone si sono radunate in strada, e la polizia è intervenuta con le volanti per garantire l'ordine pubblico. Secondo quanto si è appreso, c'è stata molta tensione, e alcuni episodi di intemperanza soprattutto verbale. Due volanti risultano danneggiate, hanno i vetri rotti. Il commento di Pietro Senaldi: ecco chi ha ucciso Davide   Era incensurato - Davide era incensurato. «È stato commesso un omicidio», ha urlato Tommaso Bifolco, fratello di Davide. «È inutile che dicono è caduto per l'inseguimento - aggiunge - l'hanno speronato e poi gli hanno sparato. Ci sono i testimoni».  «Mio fratello è stato colpito al cuore. E dopo, quando lui era a terra, i carabinieri hanno anche avuto il coraggio di ammanettarlo e di mettergli la testa nella terra. Aveva la polvere in bocca, mio fratello», aggiunge con rabbia Tommaso. «Io mi vergogno di essere un italiano. Ora lo Stato, chi ci chiederà scusa per quello che è successo? - dice Tommaso - Mio fratello era un ragazzo d'oro, mai droga, mai rapine, mai nulla. Non voleva proseguire gli studi e io lo stavo convincendo a fare il mio stesso lavoro, l'ascensorista. Stava facendo solo un giro nel quartiere con il suo motorino, e per questo a Napoli si deve essere uccisi? Qui di morti ne vediamo tanti ma stanotte un intero rione è sceso in strada e sapete perché? Perché non è stato ucciso un camorrista ma un ragazzo innocente». Secondo il fratello del ragazzo ucciso, Davide non si è fermato all'alt dei militari «perché guidava uno scooter non suo, non era assicurato e non aveva il patentino». «La mia famiglia non aveva soldi per comprare un motorino a Davide - aggiunge - Forse si è spaventato, forse voleva evitare il sequestro del mezzo e per questo non si è fermato davanti alle forze dell'ordine». Poi in lacrime ripete: «Gli hanno sparato. Ci sono i testimoni». I testimoni - E un testimone ha parlato. Enrico era a pochi metri di distanza dal punto dove è morto Davide e ha raccontato: «Stavamo percorrendo un viale quando ad un certo punto una macchina dei carabinieri è andata contro lo scooter di Davide. E' iniziato l'inseguimento, è stata puntata la pistola e Davide è stato ucciso - dice ancora - l'hanno ammanettato come il peggior dei criminali, nonostante fosse già stato colpito». «Davide era un bravissimo ragazzo - aggiunge Enrico - per me era un fratello. Giocavamo a calcio, scherzavamo tra di noi. Non eravamo delinquenti, stavamo soltanto facendo un ultimo giro prima di tornare a casa».  La mamma - "Quando gli ha sparato non l'ha visto in faccia? Quel carabiniere non ha visto che Davide era un bambino?". La signora Flora non fa che piangere. Racconta gli ultimi istanti di vita del figlio Davide. "Ieri sera è venuto da me, aveva freddo e mi ha chiesto un cappellino - racconta Flora - mi ha detto: 'Mamma, faccio l'ultimo giro col motorino e torno a casà. Poi, mi sono venuti a chiamare, volevano i documenti. Sono scesa in strada e ho visto Davide a terra. Ho cercato di muoverlo, l'ho preso per il braccio, ma non si muoveva più. Era già morto". "Ora, se ha il coraggio, quel carabiniere deve uccidere anche me, perché mi ha ucciso mio figlio" aggiunge la mamma di Davide.

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