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Il Sinodo dei vescovi: "La Chiesa deve aprire ai divorziati che si risposano"

michele deroma
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Il relatore generale del Sinodo dei Vescovi, il cardinale Pèter Erdo, apre la Chiesa ai divorziati risposati. "Appartengono alla Chiesa e hanno non solo il bisogno, ma anche il diritto di essere accompagnati dai loro pastori". Il sacerdote ungherese lo ha annunciato oggi nella relazione sui lavori per la pastorale familiare. Troppa burocrazia - "E' evidente - ha sottolineato il cardinale Erdo - il calo dei matrimoni, religiosi e civili: è il sintomo di una società ormai appesantita da formalismi e burocrazia. E' un segno di povertà e di debolezza dell'individuo di fronte alle strutture burocratiche, ma è in questo contesto che dobbiamo annunciare il Vangelo della famiglia". I divorziati risposati sono quindi invitati ad ascoltare il Vangelo, a partecipare alla vita della Chiesa e a prendere parte agli atti di carità. "E' necessario - ha inoltre aggiunto Erdo - che in ogni parrocchia sia presente un sacerdote che possa consigliare le persone sulla validità del loro matrimonio: molti sposi non conoscono i criteri in base ai quali un matrimonio sia ritenuto valido o no". L'Eucaristia - In ballo la possibilità, per i coniugi già divorziati, di ricevere l'Eucaristia. "Al termine del matrimonio deve esserci un dialogo pastorale sulle cause del fallimento delle nozze, nel nome della serietà e della ricerca della verità: tutto ciò potrà consentire il ritorno alla Comunione". Ma in diversi sono contrari: tra di loro Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, e il nostro Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e importante teologo.

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