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Matteo Renzi tradisce la vedova con cinque figli

Lucia Esposito
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]All'inizio di agosto, sull'onda della denuncia di Libero, la signora Monica Ventimiglia ricevette una mail da Palazzo Chigi. Mittente: uno dei più stretti collaboratori del presidente del consiglio, Matteo Renzi. Poche righe per rassicurare la signora, vedova e con cinque figli sulle spalle, che il suo caso non era passato inosservato e che il governo sarebbe intervenuto «a partire dalla prossima legge di stabilità, il cui iter di approvazione è previsto per il prossimo mese di settembre». Era difficile, del resto, rimanere insensibili di fronte alla storia della famiglia Ventimiglia. Una «non famiglia», per il fisco italiano, visto che essendo i cinque figli percettori di 320 euro ciascuno derivanti dalla pensione di reversibilità del padre (deceduto nel 2012), superando i 2.840,51 euro di reddito non possono più essere considerati a carico della madre. Che, così, non ha più diritto né alle detrazioni per i figli né all'assegno per il nucleo familiare. Una beffa. Da qui l'input di Renzi ai tecnici del ministero dell'Economia: approfondire il caso e poi individuare le relative soluzioni. La legge di stabilità ha iniziato il suo cammino parlamentare. Adesso è al vaglio della commissione Bilancio di Montecitorio. Ma della soluzione per consentire alla signora Monica e ai suoi figli di «tornare ad essere una famiglia vera» non c'è ancora traccia. Da Palazzo Chigi si difendono e fanno sapere che, «d'accordo con Yoram Gutgeld (consigliere economico del premier) e il ministero dell'Economia», la misura per risolvere il caso della famiglia Ventimiglia «sarà oggetto di un emendamento in sede di discussione parlamentare». Con tutti i rischi del caso, sia in termini di coperture da trovare, sia di possibili imboscate in occasione dei voti in Aula. Per non parlare del fatto che, a livello tecnico, Gutgeld e i tecnici di via XX Settembre non hanno ancora deciso quale strada imboccare per alleviare, almeno in parte, i disagi della famiglia Ventimiglia. E dire che le opzioni disponibili, elaborate dal Tesoro, sono sul tavolo di Renzi fin dall'estate. Quattro le soluzioni prospettate al premier. La prima, la più costosa per l'erario visto che dovrebbe valere per tutti i contribuenti, punta a incrementare l'attuale limite di 2.840,51 entro il quale si è considerati fiscalmente a carico. La seconda, invece, prevede di conservare una percentuale di «spettanza delle detrazioni per carichi di famiglia al superamento del limite di euro 2.840,51 euro». «Si potrebbe pensare», secondo i tecnici del ministero dell'Economia, «a una percentuale decrescente al crescere del reddito complessivo, fino ad annullarsi a un livello di euro 5mila».  La terza via, invece, propone di non far concorrere «alla formazione del reddito complessivo» la pensione di reversibilità. Opzione, questa, che potrebbe essere generalizzata oppure attuabile solo per le «pensioni di reversibilità percepite da orfani».  La quarta ipotesi introduce la «concorrenza parziale della pensione di reversibilità alla formazione del reddito complessivo». Ad esempio ipotizzando, proponeva il Tesoro, «una sorta di franchigia al superamento della quale il solo importo eccedente confluirebbe nel reddito complessivo». Anche in questo caso, la misura potrebbe essere generalizzata, oppure valere solo per le pensioni percepite dagli orfani. Tutte strade percorribili. Peccato che il governo, a tre mesi dalla denuncia di Libero, nonostante le promesse non sappia ancora quale imboccare.  di Tommaso Montesano

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