Processo Ruby bis, corte d'appello condanna Minetti, Fede e Mora
La Corte d'Appello di Milano condanna Lele Mora a 6 anni e 1 mese di reclusione, Nicole Minetti a 3 anni e Emilio Fede a 4 anni di reclusione. In primo grado Fede e Mora erano stati condannati a 7 anni e Minetti a 5 anni. In primo grado, alla ex consigliera regionale del Pdl erano stati inflitti cinque anni di carcere, mentre Fede e Mora erano stati condannati a sette anni a testa. Per i tre imputati, accusati di avere reclutato le ragazze da portare alle cene nella casa di Arcore di Silvio Berlusconi, la speranza era quella di inserirsi nel solco del processo principale, che in appello si è concluso con l'assoluzione di Berlusconi da tutte le accuse. Ma a quanto pare i giudici hanno ignorato la sentenza sul Cav. Va detto che la ricostruzione dei fatti non coincide con con quella dei giudici che hanno assolto Berlusconi. Per Fede e Mora, accusati di favoreggiamento e di induzione alla prostituzione, la legge non prevede che l'ignoranza della minore età di Ruby all'epoca delle feste possa costituire una scusante; inoltre, a differenza di Berlusconi, negli atti ci sono indizi che per l'accusa provano in modo diretto la conoscenza da parte sia di Fede che di Mora della vera età di Kharima el Mahroug. Ricorso in Cassazione - L'avvocato ed ex parlamentare del Pdl, Maurizio Paniz, che difende Emilio Fede con la collega Alessandra Guerini, ha preannunciato che farà ricorso in Cassazione contro la condanna per il giornalista nel processo 'Ruby bis'. Il legale ha sottolineato che è stato «tolto il reato di istigazione alla prostituzione» e sono stati riqualificati altri capi di imputazione. «Le sentenze vanno rispettate e la Corte d'Appello ha dimostrato di essersi impegnata molto», ha spiegato Paniz, e ha chiarito che Fede, qualora dovesse essere condannato anche in Cassazione, comunque «non finirà in carcere», ma ci sarà la possibilità, data la sua età, di chiedere i domiciliari.