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Processo escort, Patrizia D'Addario scoppia in lacrime in aula: udienza sospesa

Andrea Tempestini
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"Questo è il mio giorno, il giorno della verità. Ho tante cose da dire, anche mai dette". Così Patrizia D'Addario parlando con i giornalisti a Bari davanti alla sede della Procura nel "giorno della verità", il giorno in cui deve testimoniare nel processo Escort in cui sono imputate sette persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'induzione, al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione. Molta tensione, per la D'Addario, che nel corso della deposizione è scoppiata in lacrime. Dopo un quarto d'ora di colloquio l'aula ascolta un'intercettazione, un colloquio telefonico probabilmente risalente al periodo 2008-2009, in cui la D'Addario parla con Massimiliano Verdoscia, amico di Giampaolo Tarantini, e chiede un compenso di 200 euro per un incontro sessuale. La D'Addario, come detto, scoppia in lacrime e chiede al presidente di potersi allontanare per un piccolo malore. L'udienza viene sospesa. Quindi un'altra nota di colore, che risale a poco prima dell'inizio dell'udienza. All'arrivo di Tarantini in aula, la D'Addario rivolgendosi ai giornalisti ha affermato: "Finalmente è arrivato". Secondo quanto affermato dalla D'Addario nel corso del processo, sarebbe stato Tarantini a mandarla nella residenza romana di Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio.

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