Sei giovane e non trovi lavoro? Dai un occhio al curriculum, forse la colpa è tua
La disoccupazione giovanile naviga, secondo i recenti dati Istat, attorno al 43,3% ma la colpa è dei giovani che sbagliano il curriculum. Questa è l'analisi sfornata oggi, 16 dicembre, da Repubblica, che ha riportato le lamentele di trenta aziende, tra cui diverse multinazionali (Apple, Toyota, Cameo, H&M, L'Oréal, poi Calzedonia, Luxottica, il gruppo Coin) al settore replacement dell'Università Ca' Foscari di Venezia, che è l'ufficio che si occupa di orientare i neolaureati verso il primo colloquio e il primo impiego. Bugie da curriculum - Il 28 per cento di queste lamentele rivelano, infatti, che nei Cv dei nostri ventiseienni ci sono "date discordanti". "Al primo colloquio il falso profilo crolla subito", spiega Barbara Benedetti, coordinatrice del placement in Ca' Foscari. Già, troppi scivolano sull'inglese. Scrivono "fluente" ma quando al colloquio di lavoro in Telecom, anni fa — il recruiter disse "Have a sit", ovvero "Si sieda" l'aspirante restò in piedi guardando lontano". "Il novanta per cento dei selezionatori verifica il livello della lingua, chi non la conosce come ha dichiarato è bruciato". Prolissi e caotici e ridondanti - "Si scopre che i nostri candidati, una minoranza però larga e rumorosa, mettono foto inappropriate, anche estive, scattate in spiaggia e al pub. Sono prolissi, ridondanti e caotici. Hanno sovrastima di sé e non si capisce se è arroganza o tensione all'automarketing" scrive Corrado Zunino e l'analisi viene sottoscritta dai coordinatori della Ca' FOscari che ammettono: "Non puoi fare tre mesi di stage in azienda e qualificarti come responsabile del marketing", spiega la Benedetti, ed è una cosa che "purtroppo accade" di frequente. I recruiter sono addestrati a cogliere un certo tipo di autovalutazione gonfiata infatti pare che addirittura il 71 per cento delle "company" ritiene un'indicazione sovrastimata dei ruoli ricoperti un elemento che compromette l'esito della candidatura. Buon lavoro a tuttti.