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Asti, ucciso tabaccaio durante rapina: aveva cercato di difendere la moglie

Maurizio Belpietro
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Ha voluto difendere la moglie da due banditi entrati nella sua tabaccheria di Asti, ed è stato ucciso. È finita in tragedia, nel sangue, la rapina avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri - poco prima dell'ora di chiusura - alla rivendita «Bacco Tabacco» di corso Alba. La vittima è Manuel Bacco, 37 anni, che è morto sotto i colpi di pistola sparati dai malviventi, due uomini incappucciati che sono poi fuggiti facendo perdere le loro tracce. Il giovane tabaccaio, che lascia un figlio, stava effettuando le ultime operazioni prima della chiusura serale. I due banditi hanno fatto irruzione nel negozio con le pistole in mano. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, che in queste ore stanno dando loro la caccia, inizialmente avrebbero tentato di aggredire la moglie del titolare. Ecco il pronto scatto del marito che, senza pensarci un attimo, ha subito reagito per tentare di difenderla. Ma i colpi di pistola, nella concitazione di quegli attimi, non hanno lasciato scampo al tabaccaio, che si è accasciato per terra in una pozza di sangue, mentre i malviventi si davano alla fuga. Al momento in cui scriviamo, non è ancora stato accertato, se i malviventi siano riusciti a rubare l'incasso della giornata. La vittima è morta sul colpo, prima che l'ambulanza potesse prestargli i primi soccorsi. «Sono fuggiti di là, erano in due», hanno riferito alcuni passanti ai carabinieri guidati dal tenente colonnello Fabio Federici, comandante provinciale dell'Arma. Dopo la rapina e la fuga dei rapinatori in tutta la provincia sono stati allestiti posti di blocco, mentre gli esperti della scientifica stanno effettuando i rilievi del caso sul luogo dell'omicidio. Quello di Asti è il secondo tabaccaio ad essere ammazzato negli ultimi giorni in Piemonte. Una settimana fa, infatti, a Torino, Enrico Rigollet, titolare di un bar tabaccheria, è stato picchiato a morte da uno squilibrato a cui qualche ora prima si era rifiutato di regalare un pacchetto di sigarette. «Sembrava una furia, non sono riuscito a fermarlo in nessun modo», è stato nelle ore successive la tragedia il racconto del fratello della vittima, che ha assistito impotente all'azione dell'aggressore, arrestato poco dopo dai carabinieri. Un episodio simile, con vittima sempre un tabaccaio, era accaduto lo scorso aprile a Sant'Antonino (Torino) in bassa Val di Susa. In quel caso la vittima, Ivan Versino - uccisa a coltellate al culmine di una lite - aveva 35 anni. Versino era stato colpito da due fendenti al torace che non gli hanno lasciato scampo. Secondo quanto raccontato dai testimoni Versino e il killer, Luca Genovese di 6I carabinieri poco dopo hanno arrestato il presunto colpevole, Luca Genovese, di 60 anni, salvandolo dalla rabbia della folla. L'omicidio era avvenuto nel pieno centro del paese poco prima delle 13, sotto gli occhi di vari testimoni. I due avevano iniziato a litigare nella tabaccheria gestita dal 35enne finché quest'ultimo non era stato costretto a fuggire dal locale inseguito dal suo aggressore armato di coltello. Una volta raggiunto, il tabaccaio era stato accoltellato sotto lo sguardo pietrificato della gente che a quell'ora - erano all'incirca le 13 - ancora affollava il centro e che impotente ha sentito implorare l'uomo di non ucciderlo. L'aggressore era l'ex socio in affari della vittima, la tabaccheria era gestita da tutt'e due fino a qualche tempo fa.

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