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Jihad, Sonia la baby-terrorista per amore

Lucia Esposito
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C'è anche una baby Jihadista italiana nella lista dei foreign fighters partiti per la Siria. Si chiama Sonia ed è partita quando non era ancora maggiorenne. Nata nel 1996, doppio passaporto italiano e tunisino, cresciuta nel piccolo paese di Oné di Fonte, nel trevigiano. A raccontare la sua storia è Repubblica. Una storia che comincia con una denuncia per la scomparsa di una minorenne. Ad agosto del 2014 suo padre, un tunisino che lavora da molti anni in Italia ed è diventato cittadino italiano, dice ai carabinieri che non trova più sua figlia. Sonia era andata in Tunisia con la madre e qui conosce un ragazzo di 25 anni che gli inquirenti definiscono un "fanatico" dell'Islam. Sonia è musulmana ma fino a quest'incontro era moderata, anzi, non mostrava grande interesse per la vicenda siriana, né sensibile verso forme di integralismo. L'incontro fatale - Sognava di lavorare in un hotel, comunque nel settore dei viaggi. Le sue compagna di classe ricordano che lei vestiva con l'hijab ma, a parte l'abbigliamento, non dava l'impressione di essere un'estremista. Sonia esce di sera, vede le amiche, ha un profilo facebook. Secondo la ricostruzione di Repubblica non c'era nulla che potesse far pensare a una scelta così radicale. Dopo che Sonia incontra il ragazzo, quest'ultimo la convince della necessità di andare in Siria. "E' il dovere di ogni musulmano non possiamo fare finta di nulla". I due spariscono la scorsa estate. La mamma avverte il papà il quale va dai carabinieri. All'inizio lei chiama la madre dicendole di trovarsi in Turchia, poi il silenzio. Secondo gli investigtori Sonia si trova in Siria. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le mosse dei giovani. Il papà della giovane non vuole parlare, chiede rispetto. 

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