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Migranti cristiani uccisi, il drammatico racconto: "Ci dicevano: qui si prega solo Allah"

Nicoletta Orlandi Posti
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Pensavano di morire, di fare la stessa fine dei compagni di traversata che sul gommone a fianco, in 41 sono annegati. E si sono messi a pregare. A pregare Dio di salvarli. E' questo, secondo il racconto di un sopravvissuto alla furia dei migranti musulmani, a scatenare l'inferno a bordo del barcone. "Tu, perché non preghi Allah? Allah è l'unico nostro dio", ha gridato un nigeriano mettendo le mani al collo di un altro giovane. "Forse è stato il tono di voce più alto di quel ragazzo che piangeva e supplicava Dio di aiutarci, di non farci naufragare", racconta un profugo a Repubblica dopo essere stato soccorso a Palermo. "Loro sembravano impazziti, lo hanno preso e lo hanno scaraventato in acqua. Solo perché pregava. Abbiamo cercato di fermarli, ma loro erano di più. E ne hanno uccisi tanti... ". Il drammatico racconto - "Il nostro barcone", racconta un altro dei sopravvissuti, "a un certo punto ha cominciato ad imbarcare acqua, uno dei tubolari si andava sgonfiando. Eravamo tutti arsi dal sole, ormai senza acqua. Pensavamo di morire, c' era chi piangeva, chi gridava, chi si agitava. In tanti pregavamo sottovoce. Poi ad un certo punto i nigeriani hanno cominciato ad inveire contro un altro nigeriano, loro erano musulmani, quello cristiano. Gli hanno detto di smetterla di pregare Dio se no lo avrebbero buttato a mare. 'Qui si prega solo Allah', dicevano. Hanno cominciato a gridare, in due lo hanno spinto e quel ragazzo è caduto in mare ed è annegato". "I musulmani erano come impazziti", conferma un altro migrante, "gridavano 'Allah è grande' e aggredivano tutti quelli che avevano provato a difendere il primo che hanno buttato in mare. Per proteggerci abbiamo creato una specie di catena umana, ci tenevamo in equilibro stringendoci le mani per resistere alle loro spinte, ma in dodici non ce l'hanno fatta. Li hanno uccisi così...".

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