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Cosenza, uccide la madre e poi si tatua "Ti amo mamma"

Matteo Legnani
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"Sì papà, l'ho uccisa io la mamma".  La frase, registrata dalle microspie che la polizia aveva installato in casa, ha permesso di risolvere il giallo della morte di Patrizia Schettini, la donna di 53 anni trovata morta in casa a Donnici, frazione di Cosenza, lo scorso 1 aprile. A ucciderla è stato il figlio adottivo di 17 anni, che poi avrebbe confessato il gesto al padre che gli chiedeva cosa era effettivamente successo alla moglie. La donna, madre di due ragazzi adottati, stava facendo le pulizie di casa. Con lei quella mattina c'era il figlio diciassettenne. Il giovane, che è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario ed è stato portato nel carcere minorile di Catanzaro, ha riferito che stava suonando al pianoforte e che la madre l'avrebbe sgridato. A quel punto si sarebbe scagliato contro di lei, in un momento di raptus e l'avrebbe spinta per le scale. L'insegnante ha sbattuto la testa, come è emerso dall'esame autoptico ed è morta all'istante. Il giovane ha poi chiamato il 118. Gli inquirenti, invece, sostengono che Patrizia Schettini sia stata prima soffocata e poi buttata per le scale. Per allontanare i sospetti il ragazzo durante l'ultimo interrogatorio ha mostrato un tatuaggio con la scritta: «Nemmeno la morte ci potrà separare, ti amo mamma». Solo una messinscena per i magistrati che non gli hanno evitato il carcere.

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