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Chiesto il processo per la jihadista Fatima. Nei guai tutta la famiglia dell'italiana

Giovanni Ruggiero
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La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio della presunta jihadista italiana Maria Giulia Sergio alias Fatima, della sorella Marianna, di suo padre Sergio Sergio e di altre nove persone coinvolte in un'inchiesta del pool anti-terrorismo coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Paola Pirotta. La posizione della madre di Maria Giulia, Assunta Buonfiglio, era stata stralciata dal procedimento perchè la donna era morta in ospedale il giorno dopo aver ricevuto un'istanza di scarcerazione. La richiesta di processo riguarda in tutto 11 persone, accusate a vario titolo, di associazione a delinquere con finalità di terrorismo e di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo. Nove di queste sono presunti estremisti mentre cinque di loro sono ancora latitanti. Nei loro confronti lo scorso primo luglio era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Tra gli indagati il marito di Maria Giulia, l'albanese Aldo Kobuzi e la sorella 19enne dell'uomo, Serjola. I tre si troverebbero in Siria, dove si erano trasferiti dopo aver abbracciato la causa dell'Islam radicale. Gli indagati - Tra gli indagati anche tre parenti di Aldo Kobuzi e la cittadina canadese Haik Bushra, 30 anni, anch'ella latitante, accusata di aver svolto un ruolo decisivo "nell'arruolamento" di Fatima e della "sorella Marianna all'interno dell'Is" e di aver gestito 5 gruppi "di indottrinamento" via Skype con iscritte più di 300 "donne musulmane". Infine, è stato chiesto il processo anche per due coniugi albanesi indagati a piede libero. La famiglia Sergio, originaria della Campania ma residente da anni a Inzago (Milano), sarebbe stata pronta a partire per la Siria assieme alla figlia Marianna, prima dell'intervento della Digos. A incastrarli le tante telefonate con la figlia già in Siria, nelle quali Fatima quasi recitava sermoni sulla grandezza di Allah e sulla necessità di andare a combattere contro "i miscredenti", promettendo ai genitori una casa con un grande giardino e un orto da coltivare.

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