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Reas Syed, il musulmano "dialogante" alla Zanzara: "La poligamia contro le corna, la Sharia è solo giurisprudenza"

Giovanni Ruggiero
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Alla disperata ricerca di esponenti del tanto invocato "Islam moderato", per riuscire a conoscerli e capire come ragionano, capita di imbattersi nell'avvocato Reas Syed, giovane professionista di origini pakistane, consulente legale per il coordinamento delle associazioni islamiche del Milanese. L'avvocato è intervenuto alla Zanzara su Radio24, dove ha annunciato un'altra querela contro il quotidiano Libero per il titolo in prima pagina "Bastardi islamici" di sabato 14 novembre per "vilipendio alla religione". La distinzione - Un grande chiarimento arriva dall'avvocato Syed proprio a proposito della distinzione tra Islam moderato e radicale: "Io mi definisco musulmano, punto, musulmano integro". Secondo lui gli estremisti ci sono "come da tutte le parti", lui preferisce la definizione di "musulmano dialogante". Con la volontà di querelare Libero, Syed sostiene di richiedere solo il rispetto della legge italiana e in particolare l'articolo 403 del codice penale. La religione - Pochi minuti prima era arrivata in studio la notizia dell'allarme bomba ad Hannover durante l'amichevole tra Germania e Belgio. "Lo sa che questo clima è stato creato da gente che ha la sua stessa religione, no?" chiede Giuseppe Cruciani a Syed, l'avvocato ha risposto: "Io questo non lo credo, quelli (i terroristi, ndr) possono essere dichiarati islamici, ma non musulmani", perché secondo l'avvocato la religione è come un coltello: "dipende sempre dall'uso che se ne fa". Secondo l'avvocato l'Isis non va bombardato: "Lo si distrugge con la cultura" e bloccando l'approvigionamento di armi. La legge islamica - L'avvocato Syed è arrivato in Italia dal Pakistan all'età di sette anni, David Parenzo ci tiene ad esaltarne l'esempio di integrazione riuscito, ma riesce a fare un assist imbarazzante per Syed: "Pensate a quanti islamici fondamentalisti vogliono venire qui per imporre la Sharia" dice Parenzo, subito interrotto dal musulmano dialogante Syed: "No no, ma la Sharia è un ordinamento giuridico che poi si è rifatta alla religione islamica, è la giurisprudenza islamica", chiede Cruciani: "Ma a lei piace? Le piacerebbe introdurre in Italia la Sharia?", risponde l'avvocato: "Ma non so, faccio un esempio provocatorio: se noi prendessimo la poligamia e la introducessimo, forse ci sarebbero meno persone che fanno le corna in giro". Syed la butta sull'irona, ma Cruciani torna sul tema: "Secondo lei l'Italia sarebbe un Paese migliore se fosse un Paese islamico?", l'avvocato ride: "Sarebbe uguale, l'Islam esiste in tante culture, ma conoscendo gli italiani staremmo alle stesse condizioni, avremmo sempre qualcosa di cui lamentarci". Per poterlo fare però, ci dovrebbe essere sempre la libertà di poter dire quel che si vuole, ma quando Cruciani chiede se avrebbe portato in tribunale i vignettisti di Charlie Hebdo, Syed non avrebbe avuto dubbi: "Sì, certo", una risposta che manda ai matti Cruciani, convinto sostenitore della libertà: "Di prendere per il culo tutti, anche Cristo e il Vaticano". Con l'ultima domanda di Cruciani, la risposta dell'avvocato fa un po' calare il gelo in studio: "Scusi Syed, ma secondo te quelli che non sono musulmani sono infedeli?", "Tecnicamente sì - ha risposto, che poi si lancia in un delirio - così come un cattolico il musulmano è un infedele", "Ma il Corano - ha incalzato Cruciani - invita ad assoggettare gli infedeli, a convertirli...", "Fare proseliti - ha detto Syed - è presente in ogni religione".

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