La confessione del killer del carabiniere. Il suo motivo folle dietro l'omicidio
Un delitto maturato in poche ore, forse in una notte, quello che ha portato alla morte del maresciallo dei carabinieri Antonio Taibi: a scatenare la follia omicida di Roberto Vignozzi, ex postino di 72 anni, che ha confessato di aver sparato, sarebbe stata la recente sentenza di condanna di uno dei suoi due figli per reati legati agli stupefacenti. Per Vignozzi, la colpa di quella condanna ad un anno emessa ieri dal giudice del Tribunale di Massa Carrara sarebbe stata del sottufficiale dell'Arma, che in passato avrebbe indagato sui suoi figli sempre per reati legati allo spaccio di droga. E così avrebbe deciso di vendicarsi nottetempo, presentandosi stamani, sotto mentite spoglie, sembra quelle di un professore di musica, davanti alla cassa del carabiniere, nel centro di Carrara, in via Monterosso. Ha freddato il militare sparandogli un colpo di pistola al cuore. Le indagini - Adesso le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri sono concentrate per capire se il pensionato ha agito da solo oppure con la complicità dei familiari, in particolare i figli. Roberto Vignozzi ha confessato le sue responsabilità durante il lungo interrogatorio condotto dal sostituto procuratore Alberto Dello Iacono, che si è svolto nella caserma dei carabinieri. Per tutta la giornata gli investigatori hanno sentito numerosi testimoni per cercare riscontri alla versione dell'ex postino. Vignozzi dopo aver sparato è fuggito a piedi e dopo un paio di ore si è costituito, presentandosi in tribunale. L'ex postino avrebbe fatto riferimento ai guai penali dei due figli, che più volte denunciati dalle forze dell'ordine per vari reati. Il maresciallo Antonio Taibi lascia la moglie e due figli, 16 e 21 anni, uno dei quali ha assistito all'omicidio ed è stato sentito tra i testimoni.