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Servizi segreti: rischio scalate estere per aziende Made in Italy, mafia su grandi opere

Giulio Bucchi
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  I gruppi economici esteri all'assalto delle aziende del Made in Italy. L'allarme arriva direttamente dai servizi segreti, nella loro Relazione annuale sulla politica dell'informazione per la sicurezza. L'attività informativa, segnala la Relazione, coordinata dal Dis diretto da Giampiero Massolo, "ha confermato il perdurante interesse da parte di attori esteri nei confronti del comparto produttivo nazionale, specialmente delle piccole e medie imprese, colpito dal prolungato stato di crisi che ha sensibilmente   ridotto tanto lo spazio di accesso al credito quanto i margini di redditività". Il dubbio dei servizi segreti è che dietro i singoli investimenti dall'estero si nascondano speculazione e una strategia di sottrazione di know-how e svuotamento tecnologico delle imprese italiane. "Alcune manovre di acquisizione effettuate da gruppi stranieri - si legge nella Relazione -, da una parte, fanno registrare vantaggi immediati attraverso l'iniezione di capitali freschi, dall'altra sono apportatrici nel medio periodo di criticità". Il rischio maggiore, rimarca l'intelligence, riguarda le aziende del settore di tecnologie di nicchia, impiegate nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza nazionali, "come pure nella gestione di infrastrutture critiche del Paese". Scalata alle banche - Insomma, il "sistema-Italia" è a fortissimo rischio. E non solo le aziende subiscono le scalate "sterne", ma pure il sistema bancario e finanziario nazionale. I servizi sottolineano la "opacità dei capitali apportati e dei requisiti degli amministratori" riguardo ad alcuni istituti. A preoccupare è soprattutto "l'allargamento dell'azionariato con l'ingresso di nuovi soci dal profilo ambiguo e la distorta gestione del credito da parte di esponenti aziendali sleali". Una insidia "in giacca e cravatta" che si sposa a quella, ormai nota, della "infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso, sempre più pervasiva su tutto il territorio nazionale”. Mafia, appalti e politica - I gruppi criminali, si legge nel rapporto, "continuano a ricercare contatti collusivi nell'ambito dell'Amministrazione Pubblica, funzionali ad assicurarsi canali di interlocuzione privilegiati in grado di agevolare il perseguimento dei loro obiettivi economici e strategici, quali il controllo di interi settori di mercato e il condizionamento dei processi decisionali, specie a livello locale". "L'accentuata mobilità territoriale dei sodalizi - rimarcano gli 007 - consente loro di inserirsi ormai agevolmente in circuiti   collusivi in grado di soffocare l'imprenditoria sana ed inquinare le iniziative di sviluppo, anche attraverso l'aggiramento della normativa antimafia sugli appalti”. Perciò “rischi in tal senso possono emergere nel quadro di progetti infrastrutturali e finanziari", in particolare su grandi opere di edilizia pubblica, specie nella riqualificazione della rete stradale/autostradale e ferroviaria, l'Expo 2015 in Lombardia, il settore delle energie rinnovabili".      

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