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Bossi, lo yacht del figlio Riccardo in TunisiaIl gip: fu comprato coi soldi della Lega

La barca si trova nella marina di Port El Kantaoui a 60 chilometri da Hammamet, alcuni testimoni: "Viene sempre con ragazze diverse"

Lucia Esposito
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  Si chiama Stella, è ancorato nel porto tunisino di El Kantaoui, a sessanta chilometri da Hammamet. E' uno yacht di 21 metri, 45 tonnettate, tre cabine e tre bagni. Secondo il Corriere della Sera che riporta la notizia appartiene a Riccardo Bossi e sarebbe statto pagato con i soldi sottratto ai finanziamenti elettorali della Lega e che è al centro dell'inchiesta il giudice Gianfranco Crescione mette al centro degli ultimi affari dell'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e del procacciatore d'affri Romolo Giradeli entrambi arrestati per associazione a delinquere il 24 aprile scorso.   Le testimonianze - La Finanza credeva che Stella fosse ormeggiata in Costa Azzurra e che battesse bandiere inglese, ma invece si trova in Tunisia.  Il Corriere cita documenti che confermano che si tratta di uno yacht "Sunseeker" modello "predator 72" immatricolato nel 2008 che ha attraccato nell'esclusivo porto della costa orientale della Tunisia nel marzo 2012, quando in Italia infuriacva lo scandalo sui fondi della Lega finiti nella sede di Cipro della banca della Tanzania. Secondo quello che risulta al Corriere lo yatch apaprtiene alla società Stella luxyry charter ltd fondata nel 2007 in Inghilterra dove ha sede un patrimonio di beni di oltre un milione e 172mila sterline. Le sue azioni sono possedute da Riccardo Bossi. Il cronista ha sentito diverse persone in Tunisia che hanno riconosciuto il figlio di Umberto Bossi spiegando che ha un'aquila tatuata sulla schiena e che arriva spesso con "ragazze diverse, belle e giovani sui vent'anni". Bossi non ha lasciato un buon ricordo neanche a Mentone, dove la barca era ormeggiata prima di essere trasferita in Tunisia. Un altro testimone ha raccontato di discussioni tutte le volte che con la "moto d'acqua faceva lo slalom tra le barche ormeggiate a Cap Martin, la risposta era il dito medio alzato". Riccordo Bossim rintracciato dal cronista, non ha voluto rispondere alle domande.  

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