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Vaga di notte a regalare assegniIl giallo del benefattore seriale

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Buste da 10mila e 15mila euro nella buca delle lettere di due onlus: "Ma non fate il mio nome"

Nicoletta Orlandi Posti
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Un benefattore che si aggira per le strade di Busto Arsizio. E che, restando  dietro l'anonimato, ha già fatto due donazioni consistenti.  Lunedì è toccato alla casa disabili Brugnoli-Tosi dell'Anffas, che ha  ricevuto, durante la festa del santo patrono cittadino, un contributo di 15.000  euro. Il giorno dopo, martedì, è emerso che un altro ente, l'associazione  Bianca Garavaglia, ha ricevuto a sua volta in regalo 10.000 euro. Anche se la  notizie è arrivata dopo, l'assegno sembra essere stato imbucato la stessa  notte. È proprio questa la modalità semplice e sorprendente con cui il  misterioso benefattore “colpisce”: imbucando un assegno circolare nella  cassetta delle lettere dei rispettivi enti. L'assegno è stato in entrambi i  casi inserito in una busta, senza mittente, e con l'indirizzo del destinatario  scritto a mano e con una preghiera di mantenere l'anonimato all'interno. «È una cosa straordinaria» ha commentato Claudia Garavaglia, sorella di Bianca  (alla quale è intitolata l'associazione che si batte per la ricerca sui tumori  infantili). «Di fronte a un gesto così si può dire solo grazie. Ho subito  chiamato le dottoresse dell'Istituto tumori di Milano per dir loro che abbiamo  un angelo custode che pensa a noi», ha dichiarato alla stampa.   In realtà, non è la prima volta che il benefattore anonimo ha “colpito”: già  l'anno scorso aveva, nello stesso modo, donato rispettivamente dieci e  cinquemila euro alla casa disabili e all'associazione. Quest'anno, quindi, ha  incrementato di cinquemila euro per ognuna. Segno che la solidarietà non  conosce crisi. Soprattutto se autentica, visto che il “donatore” non intende  svelare la propria identità, e quindi non si tratta di una ricerca di  notorietà.   «La giornata di lunedì è stata una di quelle in cui essere sindaco mi rende  felice – commenta il sindaco Gigi Farioli – Busto è una città per natura  generosa, e questi due gesti lo confermano. La parte migliore della città non è  quella che sale sul palcoscenico, ma  è quella che non accampa scuse, si  rimbocca le maniche, lavora, pensa alla famigli e poi riesce anche a compiere  questi gesti».   di Marco Tavazzi

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