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"La prego, bocci mio figlio:così troverà un lavoro"

I paradossi della riforma di Letta in una telefonata ricevuta da una docente: "Non gli faccia passare la maturità, almeno non sarà più in nero"

Nicoletta Orlandi Posti
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E' più importante un diploma o un lavoro? E' questa la domanda sulla quale ci troviamo a ragionare dopo l'approvazione del pacchetto lavoro firmato Letta. Sulla Stampa Gramellini riporta la storia di una professoressa di italiano che racconta di una telefonata ricevuta. Dall'altra parte della cornetta c'è il padre di un suo alunno alle prese con la maturità. L'obiettivo della chiamata non è una raccomandazione in vista dell'esame orale, anche perché lo studente è uno dei migliori della sua classe. Al contrario il genitore chiede alla professoressa di bocciare l'adolescente. Il motivo? E' presto detto. Il volenteroso ragazzino durante l'anno si era diviso fra lo studio e un lavoro nero in una pizzeria che potrebbe trasformarsi in una assunzione con tanto di contratto stabile, grazie alla nuova legge sul lavoro, ma se solo il ragazzo non avesse il diploma (questo, infatti, uno dei requisiti con cui accedere agli incentivi). "La maturità potrà prenderla l'anno prossimo", ha insistito il genitore davanti alla perplessità della docente. Che alla fine ha attaccato con l'amletico dubbio: fare il proprio dovere e promuovere lo studente trasformandolo in un disoccupato? O bocciare un ragazzo meritevole per consentirgli di ottenere il posto?  La lettera del prof si chiude così: "Io non so davvero cosa fare e spero di essere incappata in un caso limite. Mi chiedo però come sia stato possibile concepire una legge che premiando i giovani privi di diploma rischia di incentivare l'abbandono scolastico. È l'ennesima umiliazione del mio lavoro come di quello di tanti colleghi che nonostante tutto buttano il cuore e l'anima oltre le carenze strutturali della pubblica istruzione. Mi domando a questo punto quale senso abbia il mio lavoro".  Peccato che siano tutti caduti in un tranello. In realtà nel pacchetto non si dice che per accedere agli incentivi per l'assunzione i giovani tra i 18 e i 29 anni non debbano essere diplomati ma devono avere solo una di queste tre caratteristiche: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, essere lavoratori che vivono da soli con una o più persone a carico. 

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