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Immigrazione, africano racconta che la sua famiglia ha il malocchio: il giudice gli dà il permesso di soggiorno

Matteo Legnani
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È in Italia dal 2016. E qualche giorno fa il Tribunale civile di Milano gli ha concesso il permesso di soggiorno per motivi umanitari. A raccontare la storia di Amir (nome di fantasia) è il quotidiano Il Giorno. Sbarcato con un gommone sulle nostre coste ee giunto a Milano dal Ghana, ha richiesto protezione alla Commissione prefettizia per i rifugiati raccontando di non avere più famiglia. Madre e zia sono morte in poche ore. "Qualcuno dice che hanno avuto un maleficio, ho paura di quel che è successo alla mia famiglia perchè io sono l'unico superstite. Loro sono morti tutti all'improvviso, senza avere alcun problema di salute". La Commissione giudica il racconto poco convincente e il 13 dicembre 2016 nega a Amir lo status di rifugiato. Lui presenta ricorso (come fanno tutti, intasando di lavoro i nostri tribunali) e il caso arriva al Tribunale civile. Il suo avvocato, in aula, ricorda come le credenze popolari esistano anche da noi, citando articoli di stampa secondo i quali milioni di italiani sono seguaci di maghi e veggenti. Non basta: la protezione internazionale gli viene negata anche in tribunale, visto che non si tratta di un perseguitato per motivi razziali o politici. Però, il giudice accorda al giovane un permesso di soggiorno per motivi umanitari, certo di rango inferiore rispetto a quello di protezione internazionale, ma sufficiente a farlo restare in Italia perchè Amir si trova "in una situazione di vulnerabilità legata alla vicenda traumatica vissuta nel suo Paese a causa della morte, in rapida successione, di tutti i suoi famigliari, dovendosi anche dare atto altresì dell'elevato grado di integrazione in Italia del ricorrente". Cioè, Amir si è integrato bene, quindi può restare. provate voi a chiedere una green card agli stati Uniti spiegandogli che all'improvviso v'è morta la nonna: vedete come ve la danno...

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