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Igor il russo, il documento: "Così i carabinieri hanno favorito la sua fuga e il secondo omicidio "

Giulio Bucchi
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Sette mesi dopo, la drammatica verità su Igor il russo. La fuga del killer di Budrio, irrintracciabile da aprile, è stata favorita dalla mancanza di comunicazione tra i carabinieri e la polizia. Secondo quanto riporta Repubblica, citando un atto depositato al gip di Ferrara contro l'archiviazione dell'esposto dei figli di Valerio Verri (la seconda vittima del criminale), "i militari del comando provinciale di Ferrara durante le riunioni del Comitato per l'ordine e la sicurezza non condivisero le informazioni con le altre forze dell'ordine". Risultato: dopo il barista Davide Fabbri, Igor Vaclavic (o Norbert Feher) ha potuto uccidere anche Verri, la guardia ambientale secondo i figli "mandato allo sbaraglio nelle valli dove si nascondeva l'assassino". È proprio nei giorni passati tra il primo e il secondo omicidio che di fatto si scrive la beffa dell'imprendibile Igor. L'8 giugno la stessa Questura afferma di aver appreso le notizie del tempo dalla stampa e non dagli organi preposti, ossia durante le riunioni di comitato tecnico. "I carabinieri di Ferrara non potevano non sapere che Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, fosse indiziato pesantemente dell'omicidio di Davide Fabbri - si legge nell'atto depositato -. E sapevano fin da subito che si nascondeva nelle campagne tra Argenta, Porto Maggiore e Molinella, dove poi uccise la sua seconda vittima Valerio Verri". Sapevano e "omisero", questa l'accusa pesantissima, di avvertire il Comitato provinciale per la sicurezza e la Questura, che avrebbe potuto sospendere l'attività dei volontari dell'antibracconaggio salvando la vita a Verri.

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