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Papa Francesco, le nuove prove che lo fanno crollare sul caso di pedofilia: la nuova indagine su Barros

Andrea Tempestini
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Papa Francesco costretto alla retromarcia sul caso di monsignor Barros, accusato di pedofilia a Santiago del Cile: per indagare sulla vicenda, ora, il Pontefice invia in Sudamerica monsignor Charles Scicluna, presidente del Collegio per l'esame di ricorsi. Si riapre così un dossier delicatissimo per il Vaticano, reso ancor più spinoso dalle parole di Bergoglio durante il viaggio in Cile: "Il giorno che mi portano prove contro il vescovo Barros parlerò. Non c'è una sola evidenza contro di lui, questa è calunnia", disse Francesco. Leggi anche: "Migranti ed ebrei...": brutale attacco al Papa dal parroco di Bologna Parole che suscitarono aspri malumori. Parole sbagliate, poiché oggi quelle prove che evocava sarebbero arrivate. Mistero su quali siano. Per certo, la sala stampa della Santa Sede ha fatto sapere che "a seguito di alcune informazioni recentemente pervenute" è stato deciso che Scicluna, arcivescovo di Malta, "si rechi a Santiago del Cile per ascoltare coloro che hanno espresso la volontà di sottoporre elementi in loro possesso". Sulla vicenda, sicuramente, hanno avuto un peso le parole del cardinale Sean O'Malley, molto critico con Francesco dopo la difesa di Barros nel corso del viaggio in Cile.

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