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Pamela Mastropietro, svolta clamorosa. A Macerata "massimo riserbo", il nigeriano e le "anomalie" che cambiano tutto

Giulio Bucchi
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Il caso di Pamela Mastropietro è vicino a una clamorosa svolta. C'è fermento in Procura a Macerata, gli inquirenti al lavoro per inchiodare gli assassini della 18enne romana uccisa nell'appartamento dello spacciatore nigeriano Innocent Oseghale (accusato di omicidio insieme a due connazionali, Desmond Lucky e Lucky Awelima) e poi fatto a pezzi, hanno chiesto il massimo riserbo, vietando "ogni divulgazione al fine di non compromettere ulteriori indagini". Chi c'era, chi ha fatto cosa: ecco il grande dubbio che ormai da un mese avvolge l'orrenda mattanza di via Spalato. Leggi anche: Sofferenza atroce, poi scuoiata. Pamela, la seconda autopsia Certo, i tre nigeriani restano al centro dell'inchiesta ma sul conto di Desmond Lucky ci sono alcune "anomalie" che potrebbero condannarlo o salvarlo. Innanzitutto, sottolinea il Corriere della Sera, ci sono le 90 telefonate intercorse in 12 ore, "senza significativi periodi di silenzio", quelle 12 ore in cui avrebbe ucciso e seviziato Pamela. Di fatto, mentre la faceva a pezzi sarebbe stato anche al telefono. Strano, molto strano. Lo ha riportato il giudice per le indagini preliminari Giovanni Maria Manzoni nell'ordinanza di convalida del fermo del giovane e del suo connazionale Lucky Awelima, ribadendo per Desmond la "ferma necessità di attendere per una più compiuta valutazione i risultati delle indagini dei carabinieri del Ris, che potranno aggravare il quadro indiziario o minare lo stesso, evidenziando profili di verosimile estraneità ai fatti dell'indagato". Ed è sempre più pesante l'ombra del "quarto uomo", un ghanese di cui gli investigatori hanno perso le tracce.

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