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Desirée Mariottini, l'amica agli assassini: "Se mi date la dose, faccio finta di non aver visto niente"

Caterina Spinelli
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"Fate pure, a me basta che mi diate la dose e farò finta di non aver visto niente". I dettagli sulla morte della giovane Desirée Mariottini si fanno sempre più agghiaccianti e la frase della "amica" presente a fianco della 16enne non è da meno. È Antonella, un'altra conoscente - spiega Il Tempo - a rivelare ciò che ha sentito dire dalla ragazza che era assieme a Desirée la notte tra giovedì 18 ottobre e venerdì 19, in quell'edificio abbandonato di San Lorenzo (Roma), dove la 16enne ha perso la vita dopo essere stata drogata e stuprata da due senegalesi e un nigeriano, tutti irregolari. "Mi sento in colpa perché avrei potuta portarla via - racconta agli agenti della Squadra Mobile - le avevo detto di venire via con me, ma lei mi ha risposto male e così l'ho lasciata lì, in quel posto che frequentava spesso perché era dipendente dalla droga". Antonella conosceva le bestie che hanno ucciso Desirée e con loro anche i testimoni sentiti dalla polizia: "Siamo state assieme due giorni, mi faceva così pena perché era così piccola, ingenua e si sono approfittati di lei".  Leggi anche: Desirée, la giovane stuprata per 12 ore Un cocktail fatale di droghe e psicofarmaci è bastato a far perdere i sensi all'adolescente di Cisterna di Latina e a dare ai suoi aguzzini il tempo per stuprarla uno alla volta. Dopo aver fatto di lei ciò che volevano, gli assassini l'hanno lasciata lì, riversa a terra, più morta che viva. Nessun rimpianto per quei tre (si sta cercando il quarto) uomini venuti dall'Africa illegalmente, ora in stato di fermo per omicidio volontario, stupro di gruppo e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope. Il tutto aggravato dall'aver reagito con crudeltà, dal fatto che la vittima fosse minorenne e in condizioni di minorità psico-fisica. Leggi anche: La verità sulla morte della 16enne di Cisterna Di Latina Sì perché i tre hanno 46, 43 e 26 anni, sono Alinno Chima, nigeriano in Italia con un permesso scaduto di soggiorno per motivi umanitari, Brian Minteh, il senegalese in attesa anche lui del rinnovo del soggiorno per motivi umanitari e Gara Mamadou anch'egli senegalese con un permesso di soggiorno per asilo politico altrettanto scaduto. Oltre a queste scadenze, ad accomunarli sono i precedenti per spaccio, che per Mamadou sono accompagnati da quelli per lesioni gravi. Mentre gli agenti sono ancora sulle tracce del quarto, presumibilmente ghaniano e fuggito verso Foggia. 

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