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Desirée Mariottini, lo schifo dei comunisti di Potere al Popolo: "È stata fortunata, era una tossica"

Caterina Spinelli
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Drogata, abusata e uccisa a sedici anni. È questa la fine che ha fatto Desirée Mariottini. Una fine che per qualcuno non è stata poi così pessima. Quel qualcuno è Potere al Popolo, il movimento che fa della difesa dei più deboli (per loro gli extracomunitari) il proprio credo. Peccato però che siano stati proprio tre clandestini irregolari, due senegalesi e un nigeriano, a interrompere per sempre la vita dell'adolescente di Cisterna di Latina. "Desirée si drogava, aveva mentito alla nonna e se n'era andata a Roma a comprare droga ma nella sciagura è stata fortunata perché pare l'abbiano stuprata e uccisa dei migranti; è stata fortunata perché, perlomeno, le viene riconosciuto lo status di vittima". Il copyright del messaggio è di un'attivista della Rete Antirazzista Iblea, ma è il movimento guidato da Viola Carofalo a condividerlo sui suoi canali social con il nome del partito. Leggi anche: Lo schifo di Gad Lerner: "Desirée? Figlia di un pusher" Il commento non finisce qui: "Grazie alla nazionalità dei suoi aguzzini, Desirée può essere pianta, la massa può provare dolore per la sua morte e i colpevoli possono essere perseguiti. Desirée era ad un passo da essere una che se l'è cercata o una tossica in meno, la sua famiglia viene consolata e rispettata, per un pelo non sono stati additati come pessimi genitori e causa del comportamento antisociale della figlia. Tutta questa fortuna mi da i brividi. Mi fa terrore. Tutta questa fortuna non significa altro che questo: serve un colpevole accettabile su cui scatenare la rabbia. In questo caso più colpevole della ragazzina sono i suoi aguzzini perché migranti, non in quanto aguzzini". Insomma, per il falso buonismo di Potere al Popolo "la realtà è che le donne sono colpevoli degli stupri a loro carico, a parte quando chi le stupra è un soggetto a cui viene riconosciuta una colpa più grande della nostra: loro sono discinte, un po' troie, tossiche, avventate e provocatrici ma i migranti le battono in colpevolezza perché esistono dove non dovrebbero". Leggi anche: Desirée, il disperato racconto del padre "Passano i giorni e Desirée diventa sempre più innocente: era una tossica e adesso forse l'hanno drogata a sua insaputa, anzi neanche cercava droga ma era andata a riprendere un tablet che le avevano rubato. La martire dev'essere ammantata da un velo di santità perché per essere riconosciute come vittime noi donne dobbiamo poter essere descritte come madonne", conclude l'aberrante post.

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