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M5s, l'emendamento-ricatto contro Mediaset, guerra con la Lega: come vogliono fregare Berlusconi

Giulio Bucchi
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L'assalto del Movimento 5 Stelle a Mediaset, Silvio Berlusconi e Pier Silvio Berlusconi prende forma con l'emendamento alla legge di Bilancio sull'asta per le frequenze tv in eccesso per il digitale terrestre. Un colpo basso che per ora la Lega ha sventato alla Camera, dove l'emendamento non verrà presentato. Ma la stessa scena si riproporrà al Senato, dove i numeri e le tensioni tra i due partiti della maggioranza sono decisamente diverse.  Leggi anche: "Finché non mi chiede nulla del Cav". Di Maio, il ridicolo ricatto a Salvini È il Fatto quotidiano, con una punta di amarezza, a riportare come l'emendamento del grillino non sia andato a buon fine per colpa delle barricate leghiste. "Man mano che saliamo di grado nelle interlocuzioni, il vento contrario aumenta", spiegano al Fatto fonti del Movimento. "In ballo - sottolinea il quotidiano diretto da Marco Travaglio - ci sono due mux o multiplex: sistemi di diffusione digitale del segnale televisivo, tramite cui i canali tv possono essere trasmessi sulla stessa banda di frequenze. Caselle che il ministero dello Sviluppo economico vuole liberare, in vista del passaggio obbligato nel 2022 a un nuovo sistema di trasmissione digitale". Una manovra che dalle parti di Arcore e Cologno Monzese giudicano come "un ricatto grillino" e una mannaia sulla tv berlusconiana. I due mux ricavati andrebbero infatti riassegnati a operatori nazionali, e un terzo riservato alle tv locali, tramite asta senza rialzo. Secondo i 5 Stelle il no della Lega è per conto del Cavaliere, alleato di Matteo Salvini a livello locale. Tecnicamente, l'emendamento non verrà discusso durante la legge di Bilancio perché "dalla Ragioneria dello Stato non sono arrivati in tempo i dettagli sulle coperture economiche", ma a pesare è lo stallo politico nella maggioranza. 

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