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Brescia, effetto decreto sicurezza: gli anziani sfrattano gli immigrati

Cristina Agostini
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Quando fu costruita divenne simbolo del gusto made in Italy, con le riviste di arredamento che si contendevano le foto degli interni lussuosamente arredati. Poi, finito il periodo dello sfarzo, arrivarono i profughi ad occuparne le stanze. Oggi a Castenedolo (Brescia) la villa di tre piani, terrazzo, giardino e piscina, per circa 900 metri complessivi, che fino al 30 novembre scorso ha ospitato 25 immigrati legati alla cooperativa «Un sole per tutti» è rimasta vuota. «Sarà un ghetto», dicevano i residenti nel 2015 quando arrivarono i primi stranieri. Ma piano piano il «ghetto» si è svuotato, con i profughi divenuti fantasmi per paura del decreto Salvini. «Mai avuto problemi di ordine pubblico - assicura l' assessore bresciano ai Servizi sociali Emilio Scaroni -. Sappiamo che ora non ci sono più». Leggi anche: Gli immigrati? Tutti in Italia per otto anni. E dopo... Merkel-Macron, sfregio a Salvini: come ci ricattano CONTRATTI REVOCATI - La cooperativa «Un Sole per Tutti» che gestiva gli immigrati ha rescisso alla fine del mese scorso il contratto d' affitto con la proprietà della villa. «Colpa del nuovo decreto sicurezza. Salvini li fa scappare», ha spiegato facendo spallucce Marco Riva, a capo degli albergatori bresciani che da anni hanno trasformato i loro hotel in strutture d' accoglienza. I richiedenti asilo, per paura delle conseguenze del decreto sicurezza, quindi, giorno dopo giorno di sono dileguati, sparendo nel nulla senza lasciare traccia alcuna, tanto che la coop ha trasferito i pochi stranieri rimasti in altri centri. «Gli stranieri scappano per paura delle decisioni del governo - ha spiegato senza usare giri di parole Riva -. Oltre a Castenedolo abbiamo chiuso anche i centri di Castegnato, Vione, Nuvolento e Borgo Poncarale. Tutti svuotati perché non ci sono più richiedenti da ospitare». E la villa è solo l' ultima a essersi svuotata aspettando gli esiti del decreto Salvini. POSTI LIBERI - «Uomini e donne senza un futuro, senza prospettive - hanno spiegato alla cooperativa -. Gente che sa che non esiste più il permesso di soggiorno per motivi umanitari. E a questi si aggiungono quelli che stanno già lavorando, ma che senza il rinnovo del permesso di soggiorno saranno clandestini. Per questo sono scappati, forse cercando riparo in altri stati europei dove le regole sono certe». Dati confermati dalla prefettura di Brescia che in provincia stima in almeno 20 i centri richiedenti asilo chiusi nelle ultime settimane. L' anno scorso, tra marzo e aprile, furono trasferiti nel bresciano dai 213 ai 327 richiedenti asilo e negli stessi mesi, quest' anno, il numero è dieci volte più basso. Negli ultimi mesi si è assistito a un alleggerimento delle strutture di prima accoglienza, una volta sempre stracolme come l' Asilo Notturno Pampuri, che oggi ospita 180 profughi, ma che potrebbe dare un tetto fino a 300 persone. Adesso, senza più l' alternativa dei richiedenti, alla villa di Castenedolo, dicendo addio ai profughi, guardano agli anziani con la proprietà che ha già un piano approvato da Ats e Comune per trasformare il vecchio centro accoglienza in una casa famiglia per anziani con almeno 23 i posti letto. «Siamo passati in poche settimane da 360 a 280 profughi: se ne vanno 20 a settimana, ma non certo in hotel di lusso - ha precisato il responsabile degli albergatori che negli anni hanno dato ospitalità ai centri di accoglienza -. Vivono in strada e scappano dalla possibile espulsione. È tutta colpa di Salvini e del suo decreto che crea solo clandestini». di Giuseppe Spatola

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