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Torino, la 42enne a letto con l'amico 14enne della figlia: "Il miglior sesso della mia vita", la arrestano

Giulio Bucchi
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Alle quarantenni non basta più il chirurgo plastico per sentirsi fresche e giovani, hanno bisogno di portarsi a letto anche il figlio minore del chirurgo al fine di rivivere reminiscenze adolescenziali ed avere una seconda chance di fanciullezza. Il vaso di Pandora è scoperchiato ed i casi di relazioni sessuali tra signore adulte e minorenni stanno uscendo fuori, tanto che si può parlare di un vero fenomeno dei nostri giorni, tipico di una società in cui la concezione della parità tra i sessi è stata distorta e dove all' insorgere della prima ruga, sentendo di essere giunti al capolinea, corriamo a racimolare vergini per nutrirci della loro linfa vitale. Non lo facevano solo le streghe o i vampiri, lo fanno pure banali donne del nuovo millennio, alle prese con famiglia, prole, mariti, lavoro e insoddisfazioni varie, nonché uomini che per tale condotta da sempre definiamo con disprezzo "porci", o "pervertiti", o "pedofili". Con chi ha la gonna invece siamo più clementi. Dopo l' infermiera di Prato che al figlio di una sua conoscente dava lezioni private di lingua inglese tanto approfondite da restare incinta, assurge agli onori della cronaca un' altra infermiera, 42 anni, di Leini, in provincia di Torino, alla quale è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare in carcere poiché ritenuta responsabile di atti sessuali con un minore, amichetto della figlia, protrattisi dal dicembre del 2017 al gennaio di quest' anno nonché di cessione allo stesso di stupefacenti. La tizia era solita invitare a casa sua ragazzini con i quali fumava marijuana come fosse un' adolescente ribelle e scapestrata e non una persona formata e con la testa sulle spalle. Ad accorgersi della strana intimità che si era instaurata tra i due è stato lo zio del quattordicenne. Da qui le indagini dell' Arma, dalle quali è emerso mediante le intercettazioni telefoniche che lo studente era completamente succube della quarantaduenne. L'uguaglianza - Volevamo l' uguaglianza dei diritti e l' abbiamo trasformata nella uguaglianza dei vizi, convinte che per equipararci al maschio in libertà avremmo dovuto fare schifo almeno quanto lui. Bene. Ci siamo riuscite alla grande. Ne abbiamo ricalcato i comportamenti più turpi. Ed ecco che abusiamo dei pargoletti delle amiche, perché rubargli il fidanzato o il marito per un' avventura non ci appaga più. Ciò che è chiaro ora è che i due generi non sono mica tanto differenti. Eppure continuiamo a ridere della violenza sessuale del gentil sesso nei confronti del sesso forte, scadiamo in battute spesso squallide, ci rifiutiamo di riconoscere a questo tipo di abuso la medesima gravità del suo corrispettivo, riteniamo che un tredicenne sedotto e manipolato da una che ha trent' anni di più debba considerarsi fortunato, "in fondo, si è divertito", sosteniamo. Invece no. I danni che questa tipologia di coercizione produce sono identici sia che si eserciti su fanciulli sia che si estrinsechi su fanciulle. Il sesso vissuto prematuramente, allorché si frequentano ancora le scuole medie, e con un individuo che è coetaneo se non più vecchio di chi ci ha messi al mondo crea nel soggetto in fase di evoluzione un disagio profondo, una vera e propria spaccatura interiore. Un trauma. Esso non è piacere. L' adulto in questo caso per trarre godimento approfitta della condizione di subalternità e fragilità del minore per averlo in suo totale potere, per dominarlo. Come ha fatto l' infermiera di Prato, 35 anni, la quale, al fine di tenere incatenato il tredicenne che desiderava svincolarsi da quella relazione malata e morbosa, ricattava quest' ultimo e gli rivelava che il padre del suo neonato era proprio lui. L' infermiera di Torino, invece, ricorreva alla dorga per avviluppare, sedurre e stritolare nella sua lussuriosa morsa il quattordicenne, forse perché consapevole che con i peccati della carne non avrebbe potuto tiranneggiarlo troppo a lungo, con la droga magari sì. La dipendenza - Ciò che più sbalordisce di codeste relazioni è proprio questa caratteristica comune: la forte dipendenza che le signore hanno nei confronti dei loro oggetti del desiderio. Dunque la loro immaturità affettiva e mentale. Si trasformano in ragazzine, stalker, amanti folli e degenerate, pronte a tutto pur di tenere in piedi storie clandestine. Sono disposte a giocarsi la famiglia, il marito, il rapporto con i figli, la reputazione, il lavoro, la libertà, il futuro. Qualsiasi cosa pur di non essere abbandonate dall' imberbe di turno a cui hanno strappato via verginità, giovinezza e spensieratezza. Il novellino potrebbe essere il fidanzatino della figlia e invece diventa il proprio. Da tenere nascosto. Da controllare. Da plagiare. Da scopare in segreto. Da rendere padre a soli 13-14 anni, facendolo schizzare e precipitare in un attimo nell' eta adulta. Avvinghiandolo a sé per sempre. Non si poteva essere adolescenti insieme e allora si diventa grandi insieme. di Azzurra Barbuto

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