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Battisti, parla il Colonnello: "Vorrei vedere in faccia la sinistra al caviale ora che ha ammesso gli omicidi"

Cristina Agostini
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"I miserabili davanti a un problema si sgretolano. Non ho mai attribuito all'assassino Cesare Battisti un grande carattere. Conosco lui e i suoi complici". Domenico Di Petrillo, ex colonnello dei carabinieri, in una intervista a Il Giornale, racconta: "Nel 1982 catturai Pietro Mutti, il complice che lo fece evadere dal carcere di Frosinone. Lo presi dopo il duplice assassinio di Monteroni d'Arbia dove il terrorista Gianfranco Fornoni finì con un colpo alla testa due giovani carabinieri già feriti. Il Mutti si pentì e chiarì le responsabilità di Battisti. Che coincidono con le ammissioni attuali e quelle per cui venne condannato. Quindi non mi serviva la sua confessione per considerarlo un assassino". In quegli anni il generale Carlo Alberto Della Chiesa lo volle ai vertici del nucleo speciale incaricato di dar la caccia ai terroristi rossi. "Cesare Battisti erano criminali comuni nascosti sotto una maschera politica sommaria e priva di giustificazioni ideologiche". Le Br "erano un' organizzazione strutturata, Battisti e i suoi agivano in un ambito di miseria ideologica ed intellettuale". Ma piaceva alla "gauche caviar...Vorrei vederli in faccia mentre ascoltano l' intellettuale e scrittore Cesare Battisti ammettere di aver compiuto due omicidi e di averne organizzati altri oltre a varie rapine. Gente come Piero Sansonetti deve smetterla di trincerarsi dietro i no comment. Riconoscano che Battisti è un assassino e merita solo di stare in galera. Almeno per rispetto delle vittime costrette per anni a sopportarne i sorrisini sarcastici".   

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