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Imu, beffa seconda rata: se si paga costerà più che tutta la tassa 2012

Il ministro Saccomanni ha lanciato l'allarme: coperture difficili. Molti Comuni hanno già alzato le aliquote. E la beffa su prima e seconda abitazione è dietro l'angolo

Giulio Bucchi
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Se la seconda rata dell'Imu non saltasse, come minacciato dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, i contribuenti italiani si ritroverebbero a dover pagare nel 2013 più soldi per una sola rata che nel 2012 per tutta l'imposta. Paradossi della tassa sulla casa che, almeno ufficialmente, l'anno prossimo non ci sarà più, sostituita nel 2014 dal Trise, che accorpa rifiuti e servizi indivisibili e che rischia in ogni caso di essere una nuova stangata.  Il caso Milano - Detto che se la seconda rata non saltasse a saltare sarebbe con ogni probabilità il governo Letta, restano i numeri inquietanti: per effetto dell'aumento dell'aliquota Irpef decisa già da qualche Comune (che entro il 30 novembre potrebbe diventare prassi generalizzata), infatti, la seconda rata si gonfierebbe in modo spropositato. Un esempio, riportato dal Corriere della Sera: a Milano, dove il sindaco Pisapia ha portato l'aliquota dallo 0,4% al tetto massimo dello 0,6%, a dicembre si spenderebbero per una casa media 100 euro in più rispetto a quanto sborsato in tutto il 2012. La trappola è presto detta: secondo le disposizioni la prima rata 2013, saltata a giugno, doveva essere la metà dell'importo versato lo scorso anno e non il 50% di quanto pagato nel 2013, visto che all'epoca non erano ancora state emanate le delibere. La seconda rata, però, va calcolata sul totale di quest'anno: ecco spiegato l'inghippo. Il governo sta lavorando per trovare le coperture e scongiurare tutto questo, magari rivedendo il sistema complessivo della fiscalità. Resta il nodo della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili: se si inseriscono le detrazioni, cala il gettito complessivo. Se si alzano le aliquote, assomiglierà fin troppo alla vecchia (e odiata) Imu. Cosa cambierebbe per la prima casa - In attesa di capire le mosse del governo, i Comuni dovranno decidere le proprie aliquote entro il 30 novembre e comunicarle su Internet entro il 9 dicembre, cioè a soli 7 giorni dal termine ultimo per i versamenti. I contribuenti potranno tener conto degli "sconti" per i figli a carico sotto i 26 anni (25 euro di detrazione, la metà dei 50 euro previsti ogni anno). Bisognerà invece pagare 25 euro in più per ogni figlio uscito dal nucleo familiare. Detto della beffa-aliquota, ci sono casi in cui la seconda rata costerà comunque meno rispetto all'Imu complessiva 2012: a Bologna, per esempio, si pagherebbero 404 euro contro i 472 dello scorso anno, nonostante l'aliquota sia passata dallo 0,4 allo 0,5 per cento.  Le iniquità sulla seconda casa - Resta invece la questione della seconda casa, che sarà comunque tassata indipendentemente dal discorso della seconda rata. Non mancano le iniquità. Sulle seconde case non locate site nello stesso Comune di residenza del proprietario si dovrà pagare oltre che l'Imu maggiorata anche l'Irpef al 50% sui redditi figurativi, con il rischio in soldoni di dover sborsare tra i 250 e i 300 euro in più. L'iniquità, come detto, è che l'Irpef non si pagherà su una casa di vacanza mentre picchierà duro chi non riesce ad affittare un'abitazione magari ricevuta in eredità. L'imposta poi colpirà i privati ma non le grandi società proprietarie, perché l'addizionale non riguarda l'Ires. Magra consolazione per chi poi ha immobili strumentali, ad esempio i capannoni industriali: l'Imu sarà deducibile per il 20%, uno sconto reale di poco più del 5 per cento.

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