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Vaticano e pedofilia, Papa Ratzinger devastante: "Cosa succedeva in certi seminari"

Giulio Bucchi
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Diciotto pagine di appunti, toni apocalittici. Il documento di Papa Ratzinger sulla pedofilia in Vaticano rischia di segnare un punto di non ritorno anche per il papato di Francesco. Bergoglio viene ringraziato "per tutto quello che sta facendo" dal Papa Emerito, che si è ritirato dal 2013 nel suo eremo vaticano, ma quanto pubblicato in anteprima dal Corriere della Sera è una accusa devastante alla Chiesa fin dalle sue fondamenta.  Nel mirino "il collasso morale" che ha preso piede nella Chiesa dal 1968 e che ha visto la "Germania come laboratorio di una trasgressione progressiva". Ma abusi, violenze e una pedofilia "ritenuta addirittura giusta" hanno preso piede ovunque, dagli Stati Uniti al resto dell'Occidente. Alla fine degli anni Sessanta, ricorda Ratzinger, si radicò l'idea che non esistesse più il bene, "ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanze è relativamente meglio". Una crisi di valori che ha preso "forme drammatiche". Parla di "club omosessuali" che si formarono in molti seminari e di vescovi che arrivavano al punto di rifiutare la tradizione cattolica in nome di "una specie di moderna cattolicità". Al punto che in alcuni seminari "studenti sorpresi a leggere i miei libri venivano ritenuti non idonei al sacerdozio". "La Santa Sede sapeva di questi problemi", è la denuncia di Ratzinger. Indietro, ora, non si torna.

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