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Banca Etruria, Pierluigi Boschi tra i 17 indagati: "Affidate consulenze inutili da migliaia di euro"

Caterina Spinelli
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C'è anche Pierluigi Boschi, padre dell'ex ministro Maria Elena, tra i 17 ex amministratori di Banca Etruria a cui in questi ultimi giorni il pool di magistrati della procura di Arezzo - che si occupa della vicenda inerente al crac dell'istituto di credito aretino - ha inviato la notifica di chiusura delle indagini. Nel mirino della procura le consulenze affidate dalla banca per alcune centinaia di migliaia di euro, proprio in vista della fusione (tra giugno e ottobre del 2014), che secondo l'accusa sarebbero state inutili. Il reato ipotizzato per gli indagati è quello di bancarotta semplice o colposa. Oltre a Boschi figurano anche  l'ex presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi, l'altro suo vice, Alfredo Berni, e, secondo La Nazione, gli ex consiglieri, Luca Bronchi, direttore generale fino alla fine di giugno 2014, e il suo successore Daniele Cabiati. Leggi anche: Bomba sul padre della Boschi: ecco cos'ha fatto Tutti loro hanno a disposizione venti giorni dall'arrivo della notifica per dimostrare la propria innocenza. Per il pool di pm della Procura di Arezzo, come ricorda l'agenzia Adnkronos, gli incarichi sarebbero stati "inutili, sostanzialmente uno spreco di denaro della banca" dal momento che "dai conti uscirono somme consistenti ma che non avrebbero portato alcun risultato". Il padre dell'ex ministro era stato indagato anche nei filoni sul falso in prospetto sulle subordinate e sulla liquidazione di Bronchi, ma la sua posizione è stata in entrambi i casi archiviata.

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