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Sea Watch, l'Ue contro Matteo Salvini: "Tripoli non è un porto sicuro. Le persone devono essere salvate"

Caterina Spinelli
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Alta tensione nel Mediterraneo tra Italia e Sea Watch. Ora si mette in mezzo anche l'Unione Europea: "Le persone devono essere salvate, ma Tripoli non è un porto sicuro", ha affermato Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Ue. "La determinazione di un porto sicuro per uno sbarco specifico non spetta all'Ue: questa questione è di responsabilità del Centro di coordinamento dei soccorsi marittimi (MRCC) incaricato di un'operazione di salvataggio specifica. Tuttavia, tutte le imbarcazioni che navigano sotto bandiera Ue sono obbligate a rispettare il diritto internazionale quando si tratta di ricerca e soccorso e della necessità di assicurare che le persone salvate siano portate in un porto sicuro". Leggi anche: Sea Watch, Salvini e quei sospetti sui magistrati: cosa vogliono imporci Il Viminale ha vietato alla ong di avvicinarsi alle acque territoriali, nonostante questo la nave sta facendo rotta a Lampedusa. La Sea Watch, che ha rifiutato lo sbarco a Tripoli messo a disposizione per la prima volta dai libici, vaga per il momento in mezzo al Mediterraneo. Con le nuove disposizioni del decreto Sicurezza bis di fatto una qualsiasi violazione delle indicazioni fornite dal ministero dell'Interno potrebbe comportare la confisca della nave e una multa salata per la ong. 

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