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Vittorio Feltri: "Le donne devono avere il diritto di conciliare lavoro e doveri materni. È giusto così"

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Caterina Spinelli
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Un caso di scuola di cui ha riferito ieri il Corriere della Sera. Una avvocatessa, recatasi a Lodi per un processo, essendo stata convocata d' urgenza in aula, non ha avuto modo di organizzarsi al fine di collocare il proprio bimbo di nove mesi, cosicché se lo è portato con sé in aula. E qui è stata redarguita dal presidente della sezione civile. Il quale evidentemente non gradiva la presenza del piccolo nelle sacre (si fa per dire) stanze ove si amministra la giustizia. La professionista in questione, dottoressa Samantha Ravezzi, non solo ci è rimasta di sasso: ha anche protestato per il trattamento subìto. Ed è scoppiata la polemica. A mio modesto avviso ha ragione la signora a cui non è certo vietato riprodursi, partorire e accudire all' infante. Sono dalla sua parte. Che male c' è portarsi a Palazzo di Giustizia un pistolino, non certo in grado di bloccare una udienza? Leggi anche: Vittorio Feltri a sostegno di Logli: "Il cadavere non è stato trovato" Una mamma ha il diritto di lavorare e al tempo stesso di occuparsi della prole. Gli uomini di buon senso dovrebbero saperlo, ma non tutti lo sanno, pertanto una vicenda come questa suscita scandalo. L' opinione pubblica si divide tra chi sostiene la donna e chi appoggia la severa toga. In realtà basterebbe un po' di buona volontà per capire che una madre non può sdoppiarsi nemmeno se la sua attività è quella della avvocatessa. Nella circostanza Samantha cosa avrebbe potuto fare? Buttare il pargolo dalla finestra, affidarlo alla portinaia, rinchiuderlo in automobile? Ha scelto di portarselo appresso. Meriterebbe un premio che contribuirebbe a rafforzare un concetto elementare: è ridicolo piangere perché le culle italiane sono vuote e poi lagnarsi in quanto una gentile madama cerca di conciliare il lavoro coi doveri materni. Qui a Libero, considerato parente stretto del diavolo, abbiamo introdotto una regola: le giornaliste che hanno degli eredi e che in certi periodi dell' anno non sanno dove piazzarli, in assenza di nonne o bambinaie (ben retribuite), hanno facoltà di portarli in redazione. Dov' è il problema? I fanciulli si siedono al tavolo, disegnano, scrivono, ed essendo sotto lo sguardo vigile delle genitrici non disturbano, anzi rallegrano l' ambiente nel quale i colleghi seguitano a vergare senza patire alcun inconveniente. Invito i giudici e non solo loro a copiare la nostra indolore iniziativa. Si accorgeranno che a rompere i coglioni non sono gli infanti bensì gli adulti.

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