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Franco Gabrielli sul figlio di Salvini in moto d'acqua: "Mi interessa solo limitazione al diritto di cronaca"

Davide Locano
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Ora arrivano anche le parole di Franco Gabrielli, il capo della Polizia. La vicenda è sempre quella del giro sulla moto d'acqua della polizia del figlio di Matteo Salvini, a Milano Marittima, una vicenda sulla quale il ministro dell'Interno ha ammesso l'errore e su cui Repubblica sta montando un caso di stato (negli ultimi giorni anche la lite in conferenza stampa tra Salvini e l'inviato del quotidiano, che ha risposto al leghista chiedendo se "mi sta dando del pedofilo?). Ma, si diceva, le parole di Gabrielli. Intervenuto a margine di un evento alla stazione di Milano Rogoredo, ha affermato: "C'è solo una cosa che mi interessa e che sto approfondendo: se c'è stata una limitazione al diritto di informazione e cronaca". Gabrielli si riferisce a quanto si vede nel video dell'inviato di Repubblica Valerio Lo Muzio, che sostiene di essere stato diffidato dal continuare a girare quelle immagini (oggi, lunedì 5 agosto, Lo Muzio sarà sentito in questura a Bologna). Leggi anche: Dibba si schiera con Repubblica per il figlio di Salvini in moto d'acqua Insomma, nel mirino di Gabrielli più che l'errore di Salvini, il comportamento degli agenti. Infatti, sul caso in sé della moto d'acqua, il capo della polizia ammette: "La vicenda dell'acqua scooter onestamente mi sembra un po' amplificata, vi potrei portare decine di immagini di nostri mezzi che vengono utilizzati anche da ragazzini. Quindi questo mi interessa il giusto. Mi preoccupa di più ha ribadito Gabrielli -, e ho chiesto un approfondimento, quando c'è una limitazione al diritto di cronaca che ritengo debba essere posto al centro". Infine, ha concluso sottolineando che "se ci sono state delle minacce e degli atteggiamenti fuori dall'azione ordinaria ci sono anche profili penali".

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