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Ocean Viking, adesso che Matteo Salvini va via le navi Ong cariche di migranti vanno a Malta

Cristina Agostini
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Sono 356, sono giovani e forti e arriveranno in porto. Sì, ma non un porto italiano. I migranti a bordo della Ocean Viking, la nave battente bandiera norvegese e facente capo a una ong francese, ferma in acque internazionali da 14 giorni, sbarcheranno a Malta, dopo che il governo de La Valletta, col premier Joseph Muscat, ha annunciato su Twitter: «Malta trasferirà queste persone su navi militari maltesi in acque internazionali e le porterà a terra. Tutti i migranti saranno distribuiti in altri Paesi europei: Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Romania. Nessuno resterà a Malta». Letta così, sembra un' ennesima affermazione di Matteo Salvini, la vittoria della sua politica dei porti chiusi, anche a governo caduto. «Volere è potere. La testa dura e la linea dura danno buoni risultati. La Ocean Viking non verrà in un porto italiano», commentava ieri il ministro dell' Interno su Facebook. In verità la disponibilità di Malta a far sbarcare una nave carica di migranti e la decisione della ong di puntare su La Valletta sembrano dipendere dal mutato clima politico nel nostro Paese. A esecutivo sovranista ormai destituito, e con un Salvini di fatto depotenziato, non c' è più vera ragione di sfidarlo politicamente, di usare l' arma dell' immigrazione come strumento per mettere sotto pressione l' Italia e ricattare il suo rappresentante più in vista. Ora non ha più senso portare avanti il gioco del tutti contro Salvini, di creare un fronte unico di buoni e buonisti contro il grande cattivo di Europa. E così verosimilmente se, almeno per qualche tempo, le ong non saranno più indotte ad attaccarlo, i pm non avranno più motivo di ordinare sbarchi immediati per mettere sotto scacco il titolare del Viminale. A testimonianza di come, dietro il gioco dell' immigrazione, oltre a vergognosi interessi economici, ci siano secondi fini di governi, ong e poteri forti desiderosi di creare o meno, in base alle circostanze, ragioni di scontro politico. NUOVO METODO - D'altronde, sebbene l' andazzo paia cambiato, anche nel caso della Ocean Viking non è stato affatto affermato il principio dello sbarco nel porto più vicino (se è per questo, i clandestini avrebbero dovuto essere riportati in Libia), né quello dello sbarco nel Paese di cui la nave batte bandiera o a cui appartiene la ong: non pretendevamo certo che la Ocean Viking arrivasse in Norvegia, ma almeno poteva essere accolta in Francia. E invece lo Stato transalpino, già due giorni fa, aveva esplicitato il suo no, sostenendo che quello francese non sarebbe stato il «porto più vicino» (in realtà non lo è mai, per qualsiasi nave arrivi dall' Africa) e che i migranti sarebbero dovuti arrivare o a Malta o in Italia. E te pareva L' aspetto interessante della vicenda, semmai, è che nei fatti, Salvini è riuscito ad affermare un nuovo metodo: chi sbarca in un Paese non deve essere accolto da quello né chiedere a esso il diritto d' asilo, ma può essere immediatamente trasferito altrove. Leggi anche: Il braccio destro di Bergoglio ora benedice l'intesa Pd-M5s. Clamoroso attacco a Salvini NODO DUBLINO - I migranti della Ocean Viking saranno infatti ricollocati in sei Paesi dell' Ue, e la sola Francia si farà carico di 150 persone. Un po' quanto accaduto già con i migranti della Open Arms che, sebbene approdati in Italia, poi verranno distribuiti tra cinque Paesi europei (proprio ieri la nave spagnola Audaz, giunta a Lampedusa, ha preso a bordo e condotto verso la Spagna 15 migranti di quelli sbarcati con la Open Arms). È la smentita sul campo, in terra e mare, del trattato di Dublino: visto che non si riesce a modificarlo nelle sedi opportune, quelle istituzionali d' Europa, lo si reinterpreta di volta in volta e caso per caso. Ma l' iniziativa, ricordiamolo, è sempre dei singoli Stati che, perché volenterosi o perché costretti dalle evidenze, decidono di farsi carico di una fetta dei migranti. Mai che questa redistribuzione venga coordinata dall' Ue, la quale si limita a un ruolo di presa d' atto e non di regia. Insomma, Salvini potrà anche cadere o restare in piedi, gli altri Paesi potranno mostrarsi più o meno disponibili ad accogliere, ma l' Europa continuerà a fare quello che ha sempre fatto. Cioè, nulla. di Gianluca Veneziani

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