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Napolitano incontra il Papae parla delle "larghe intese""Basta veleno, serve dialogo"

Papa Francesco e Giorgio Napolitano

Lo storico incontro al Colle tra il presidente della Repubblica e il Pontefice

Nicoletta Orlandi Posti
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Avvia la mattinata con un messaggio a Confindustria per ribadire quanto sia "essenziale, in questo momento di crisi della nostra economia, restituire fiducia alle nuove generazioni e valorizzare percorsi di crescita professionale coerenti con i programmi di sviluppo delineati dall'Unione Europea". Ma le frasi forti che Giorgio Napolitano pone alla riflessione di tutti sono quelle nell'intervento di fronte al Papa, ricevuto oggi al Quirinale, con le quali il Capo dello Stato prima chiede alla politica di liberarsi "dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi" e poi descrive un'Italia stretta da "una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del Paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante".  Né, del resto, Francesco manca di far sentire la sua voce su un "momento attuale segnato dalla crisi economica che fatica ad essere superata e che, tra gli effetti più dolorosi, ha quello - è la sottolineatura del Papa - di una insufficiente disponibilita' di lavoro". Nel suo discorso al Quirinale, Francesco richiama alla necessità di "moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno di ripresa" e confida che "sono impresse nella mia mente le prime visite pastorali che ho potuto compiere in Italia". A Lampedusa, anzitutto, dove, rimarca, "ho incontrato da vicino la sofferenza di coloro che, a causa delle guerre o della miseria, si avviano verso l'emigrazione in condizioni spesso disperate, e dove ho visto l'encomiabile testimonianza di solidarieta' di tanti che si prodigano nell'opera di accoglienza".  E Napolitano avverte che la politica, "esposta com'è non solo a fondate critiche ma ad attacchi distruttivi" conserva "la drammatica necessità, lo vediamo bene in Italia, di recuparare partecipazione, consenso e rispetto, liberandosi della piaga della corruzione e dai piu' meschini particolarismi". "Siamo lontani - aggiunge rivolto a Papa Bergoglio - nel nostro Paese dalla cultura dell'incontro che ella ama evocare, dalla sua invocazione 'dialogo, dialogo, dialogo'. Per noi, come per tutte le espressioni della classe dirigente italiana e' tempo di levare più in alto lo sguardo, di riguadagnare lungimiranza e di portarci al livello di sfide decisive che dall'oggi già si proiettano sul domani". Una giornata densa di significati, come del resto era naturale che fosse, e che si chiude con l'invocazione del Papa "Iddio protegga l'Italia e tutti i suoi abitanti" e con l'auspicio, rivolto a Napolitano che l'Italia "attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali, sappia nuovamente trovare la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona, e ad offrire nel consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia".

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