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Giulia Bongiorno cancellata. Dai grillini Dadone e Fioramonti un favore ai furbetti statali del cartellino

Giulio Bucchi
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Cancellata Giulia Bongiorno. Il governo Pd-M5s dà un colpo di spugna al decreto sui fannulloni della Pubblica amministrazione varato dall'ex ministra leghista. "Merito" di chi le è succeduta sulla stessa poltrona, la grillina Fabiana Dadone, che in accordo con il collega dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti e con i sindacati ha definito "criminalizzanti" le misure introdotte dalla riforma Bongiorno. Quindi niente più controlli biometrici (impronte digitali, riconoscimento facciale o dell'iride) per i dipendenti statali a rischio assenteismo. Secondo la Dadone, tutte quelle misure hanno come controindicazione quella di "deprimere l'entusiasmo" degli impiegati statali.  Leggi anche: Mozione di sfiducia contro Fioramonti, dalla Meloni prima picconata contro il governo "A mio avviso - ha spiegato la ministra a Italia Oggi - la rilevazione delle impronte contiene in sé uno stigma di tale negatività che rischia di deprimere anche chi ogni mattina si reca sul posto di lavoro con energia ed entusiasmo". Si ripiegherà su un sistema di controllo video agli ingressi degli uffici pubblici. "Al prossimo scandalo dei furbetti del cartellino - ha contrattaccato la Bongiorno - il nuovo ministro ci spiegherà come giustifica la grave marcia indietro sui controlli con impronte digitali. Non si usi la privacy come alibi, esistono numerosi sistemi per tutelare la riservatezza".

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